FELIX MENDELSSOHN
Sinfonia n. 5 in re minore Riforma op. 107 (MWV N 15)
FELIX MENDELSSOHN
Hör mein Bitten (Ascolta la mia preghiera) WoO 15 (MWV B 49)
FRANZ SCHUBERT
Sinfonia n. 3 in re maggiore D 200
JOHANNES BRAHMS
Akademische Festouvertüre (Ouverture per una festa accademica) op. 80
Soprano
Nicole Wacker
Direttore
Roberto Abbado
Orchestra e Coro dell’Opera Carlo Felice Genova
Maestro del coro Caudio Marino Moretti
La Sinfonia n. 5 di Felix Mendelssohn venne composta nel 1829, durante un periodo di viaggi europei. Dopo varie vicissitudini, la prima esecuzione si tenne solo nel 1832, in seguito la Sinfonia non venne più eseguita fino a dopo la morte del compositore. Nonostante il numero di catalogo, si trattava del secondo lavoro per grande orchestra del compositore, appena ventenne e alla ricerca di un’espressione sinfonica che raccogliesse sia l’impostazione classica, e quindi l’eredità di Mozart e Haydn, sia le spinte più innovative e tendenzialmente preromantiche di Beethoven. La riflessione di Mendelssohn sulle nuove esigenze della forma classica lo portò a identificare una tematica fondamentale: ovvero l’introduzione di un aspetto ideale e non musicale a supporto della musica stessa. La Sinfonia n. 5 prende il titolo di Riforma, infatti la composizione era dedicata al terzo centenario della Confessione protestante di Augusta, ecco quindi l’aspetto non-musicale, con la rivoluzione della Chiesa come motivo ideale che la musica cerca di trasmettere. Il modello formale classico rimane fondamentale, soprattutto per un compositore così profondamente legato alla tradizione sette-ottocentesca, tornano quindi la canonica struttura in quattro movimenti e una misurata scrittura. Non mancano aspetti più singolari, a riprendere esplicitamente l’ideale riformista in musica: il quarto movimento si apre con il tema del corale luterano Ein’ veste Burg ist unser Gott (Il nostro Dio è una roccaforte), citato prima dal flauto e poi ripreso da tutta l’orchestra.
L’inno per soprano, coro e orchestra Hör mein Bitten (Ascolta la mia preghiera), risale al 1844, Mendelssohn lo compose originariamente per soprano, coro e organo, e con questo organico si tenne la prima esecuzione, a Londra nel 1845. Il testo è una libera interpretazione del Salmo 55, recante il lamento di David che chiede aiuto a Dio contro i suoi nemici, realizzata dal collaboratore di Mendelssohn William Bartholomew. La forma riprende quella della cantata, articolata in due sezioni a cui seguono un recitativo e un’aria finali. Tra gli aspetti più affascinanti della scrittura di Mendelssohn, si ritrova in questo inno un affascinante gioco contrappuntistico, elemento centrale sia nel dialogo tra soprano e coro, sia nella parte strumentale.
La terza Sinfonia di Schubert appartiene al periodo della giovinezza, fu composta nel giro di soli tre mesi tra la primavera e l’estate del 1815. Articolata in quattro movimenti, questa Sinfonia dimostra da una parte il senso di appartenenza del giovane Schubert alla tradizione classica, della quale riprende strutture formali e diversi aspetti della scrittura musicale, dall’altra l’inizio di una ricerca personale. Rispetto ai primi due grandi lavori orchestrali, il compositore realizza una sinfonia dalla durata relativamente breve, improntata ad uno spirito leggero e fresco dove trovano spazio influenze varie, in particolare Mozart, nella brillantezza tematica, Haydn, con l’Adagio maestoso come lenta e inquieta introduzione al primo movimento, e ancora la scuola italiana. Come quasi tutte le Sinfonie di Schubert, anche la terza non venne mai eseguita pubblicamente durante la vita del compositore, e venne riscoperta solo molto tempo dopo, con la prima esecuzione, il 19 febbraio 1881 a Londra.
Johannes Brahms si dedicò alla composizione dell’Akademische Festouvertüre (Ouverture per una festa accademica) nel 1880. L’anno precedente l’Università di Breslavia l’aveva insignito di una laurea honoris causa in filosofia, così il compositore decise di creare un omaggio musicale da eseguire in occasione della cerimonia di laurea che si sarebbe tenuta il 4 gennaio 1881. La scelta di comporre un’ouverture sinfonica si riconduce alla libertà che la stessa forma concede, Brahms voleva infatti realizzare un brano affine al contesto accademico, ed ebbe l’idea di citare liberamente i motivi di diverse canzoni studentesche di carattere goliardico quali Der Landesvater – Il sovrano, Das Fuctislied – La canzone della matricola e Gaudeamus igitur – Rallegriamoci, dunque. Sebbene sia presente una suddivisione in quattro movimenti, o episodi, l’ouverture si sviluppa senza soluzione di continuità nella rielaborazione dei temi citati, che emergono con immediatezza (anche se è opportuno considerare che tale immediatezza vale soprattutto per il pubblico di studenti e accademici tedeschi contemporanei a Brahms, e – fatta eccezione per Gaudeamus igitur – meno per un pubblico contemporaneo e appartenente a un diverso contesto culturale). Il carattere brillante e gioioso della composizione rispetta lo spirito della vera e propria “festa accademica” per il quale è stata pensata.
Ludovica Gelpi