FRANZ JOSEPH HAYDN
Sinfonia n. 64 in la maggiore Tempora mutantur Hob. I:64
GAETANO DONIZETTI
Concertino per clarinetto e orchestra in si bemolle maggiore
GIOACHINO ROSSINI
Variazioni per clarinetto e orchestra
GIUSEPPE MARTUCCI
Notturno op. 70 n. 1
GOFFREDO PETRASSI
Secondo concerto per orchestra
Clarinetto
Valeria Serangeli
Direttore
Alessandro Cadario
Orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova
Il programma si apre con la Sinfonia n. 64, detta Tempora mutantur, di Franz Joseph Haydn, composta nel 1773. La ricerca del compositore era in quel periodo orientata verso un sinfonismo lineare e raffinato, come a voler restituire con un organico più ampio un linguaggio quasi cameristico. Con la Sinfonia n. 64, in quattro movimenti, Haydn aggiunge allo stile limpido e delicato sfumature di mistero e di tensione, realizzando una serena sintesi tra luci e ombre in uno dei suoi lavori più singolari degli anni ‘70. Il titolo attribuito in seguito alla Sinfonia è un’indicazione trovata su una copia manoscritta della partitura, probabilmente lasciata dal compositore stesso e tratta da una riflessione sulla mutevolezza dei tempi e di conseguenza dell’uomo del poeta John Owen.
Seguono due lavori per clarinetto e orchestra: il Concertino per clarinetto e orchestra in si bemolle maggiore di Gaetano Donizetti, di datazione incerta, e le Variazioni per clarinetto e orchestra di Gioachino Rossini, del 1809. Entrambi i brani sono di grande espressività, con melodie immediate e accattivanti, a sottolineare il profondo legame dei due compositori con il mondo dell’opera. Il Concertino di Donizetti è suddiviso in due movimenti, un Andante sostenuto dal tono sognante ed evocativo, in cui il compositore esalta i tratti più morbidi della sonorità del clarinetto, e un Allegretto dove trovano invece spazio brio e virtuosismo. Le Variazioni di Rossini, introdotte da un Andante a cui seguono l’esposizione del Tema, le Variazioni e un Finale, sono di sorprendente compattezza – anche considerando la giovane età del compositore, al tempo diciassettenne – e riassumono tante delle sfumature sonore dello strumento solista, richiedendo a propria volta tecnica e virtuosismo.
Di Giuseppe Martucci, compositore, pianista e direttore d’orchestra vissuto tra il 1856 e il 1909, si esegue il Notturno op. 70 n. 1, una composizione originariamente realizzata per pianoforte (nel 1891) e poi arrangiata dal compositore nella versione orchestrale. Il Notturno esprime a pieno la sensibilità tardo-romantica di Martucci, con una scrittura intensa e lirica, di evocazione intimista e crepuscolare ed ispirata ai modelli di Brahms e Mahler. Si tratta di una delle composizioni più note di Martucci, di fondamentale ispirazione per la scuola italiana di fine Ottocento e inizio Novecento.
Il programma si chiude con il Secondo concerto per orchestra di Goffredo Petrassi, composto nel 1951. Il compositore stava elaborando un linguaggio nuovo anche grazie alle avanguardie che fiorivano dopo la Seconda Guerra Mondiale. Così questo Concerto – composto diciassette anni dopo il primo – rappresenta un significativo aggiornamento della scrittura orchestrale di Petrassi, con un andamento a tratti quasi astratto e un’omogeneità complessiva arricchiti da ritmi e temi incisivi e un articolato sistema contrappuntistico.
Ludovica Gelpi