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Manon Lescaut
Giacomo Puccini
Dramma lirico in quattro atti, libretto di Domenico Oliva e Luigi Illica
Allestimento in coproduzione Fondazione Teatro Carlo Felice Genova/Teatro San Carlo Napoli/Teatro Liceu Barcellona/Palau de les Arts Valencia
Produzione dedicata alla memoria di Renata Tebaldi nel centenario della nascita
Manon Lescaut Maria José Siri (25, 27/3)/Monica Zanettin (26/3 – 1, 3/4), Alessandra Di Giorgio (2/4)
Renato Des Grieux Riccardo Massi (25, 27/3 -1, 3/4)/Francesco Pio Galasso (26/3 – 2/4)
Lescaut Massimo Cavalletti/Enrico Marabelli (26/3 – 2/4)
Geronte di Ravoir Matteo Peirone
Edmondo Giuseppe Infantino
L’oste Claudio Ottino
Il maestro di ballo Francesco Pittari/Didier Pieri (1, 2, 3/4)
Il musico Gaia Petrone/Sandra Pastrana (1, 2, 3/4)
Il sergente degli arcieri Matteo Armanino
Il lampionaio Francesco Pittari/Didier Pieri (1, 2, 3/4)
Un Comandante di marina Loris Purpura
Renato Des Grieux anziano Roberto Alinghieri
Un parrucchiere Simone Tudda
Maestro concertatore e direttore Donato Renzetti
Regia Davide Livermore
ripresa da Alessandra Premoli
Scene Giò Forma e Davide Livermore
Costumi Giusi Giustino
Luci Nicolas Bovey
Videodesign D-Wok
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro Francesco Aliberti
Direttore allestimenti scenici Luciano Novelli, Direttore musicale di palcoscenico Cristiano Del Monte, Maestri di sala Sirio Restani, Dina Pysarenko, Maestri di palcoscenico Andrea Gastaldo, Anna Maria Pascarella, altro Maestro del coro Patrizia Priarone, Assistente alla direzione d’orchestra Giovanni Porcile, Maestro alle luci Silvia Gasperini, Maestro ai sovratitoli Simone Giusto, Responsabile archivio musicale Simone Brizio, Direttore di scena Alessandro Pastorino, Vice Direttore di scena Giorgio Agostini, Responsabile movimentazione consolle Andrea Musenich, Caporeparto macchinisti Gianni Cois, Caporeparto elettricisti – cabina luci Giancarlo Paliotta, Caporeparto attrezzisti Tiziano Baradel, Caporeparto audio/video Walter Ivaldi, Caporeparto sartoria, calzoleria, trucco e parrucche Elena Pirino, Coordinatore trucco Raul Ivaldi, Scene, attrezzeria e costumi Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Liceu di Barcellona, Teatro Carlo Felice Genova,Palau de les Arts Reina Sofía Valencia, Calzature Epoca, Parrucche Mario Audello (Torino), soprattitoli Prescott Studio.
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Al Teatro Regio di Torino, il 1 febbraio 1893, otto giorni prima del debutto di Falstaff alla Scala, Puccini raggiungeva il suo primo successo con Manon Lescaut. La scelta del tema era un rischio, dato che il fortunato romanzo dell’abate Prévost era già stato trasformato in opera da Massenet, con successo, nove anni prima. Ma il trentacinquenne Puccini era già un compositore consapevole e non temeva il confronto: «Massenet lo sente da francese – disse a proposito del soggetto –, con la cipria e i minuetti, io lo sento da italiano, con passione disperata». E i fatti gli diedero ragione. L’anno dopo Manon trionfò anche al Covent Garden di Londra e, recensendola, George Bernard Shaw scrisse: «Puccini mi sembra che, più di qualsiasi altro suo rivale, sia il più probabile erede di Verdi». Giudizio profetico, perché Puccini, da Manon in poi, sarà appunto il compositore più rappresentativo dell’opera italiana, ed europea, dopo Verdi. Questa Manon, per la regia di Davide Livermore, parlerà soprattutto al pubblico di oggi, come se fosse un film, spingendoci a pensare e a riflettere sulla contemporaneità: qui Manon infatti, è un’emarginata, una migrante che non ce l’ha fatta.
Conferenza illustrativa: sabato 19 marzo 2022 ore 16.00 – Auditorium E. Montale
Mi chiamano Manon: mercoledì 23 marzo 2022 ore 17.45 – I foyer