PHAEDRA
Cantata
Musica di Benjamin Britten
Libretto proprio da Racine
Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova
Phaedra
Giulia Alletto / Greta Carlino
Pianoforte
Giuseppe Ottaviani
Clavicembalo
Umberto Musso
Regia
Fabio Sparvoli
GIOVANNA D’ARCO
Cantata
Musica di Gioachino Rossini
Libretto di autore sconosciuto
Giovanna d’Arco
Giulia Alletto / Greta Carlino
Pianoforte
Giuseppe Ottaviani
Phaedra è una cantata per mezzosoprano, piccola orchestra e clavicembalo (o mezzosoprano e clavicembalo) composta da Benjamin Britten nel 1975. La prima rappresentazione si tenne al Festival di Aldeburgh il 16 giugno del 1976, con Jane Baker ad interpretare la protagonista. Per il testo, Britten rielaborò la traduzione inglese di Robert Lowell dell’omonima tragedia di Racine (del 1677), a propria volta ripresa dai testi classici di Euripide e di Seneca. Fedra, eroina intensa e controversa, si toglie la vita in seguito al rifiuto di Ippolito, suo figliastro, di cui ella era innamorata. La trama lineare viene strutturata da Britten secondo i canoni della cantata barocca, che prevedeva l’alternarsi di arie e recitativi, con Fedra come unica protagonista e dunque un focus sulla sua complessa psicologia. Nella scrittura musicale viene ripreso lo stile barocco, accostato però all’impiego di tecniche compositive e scelte timbriche contemporanee. La linea vocale raggiunge picchi di grande impatto, nell’espressione dell’ira e della passione che contraddistinguono la protagonista. Alcuni dei primi interpreti si dissero stupefatti dalla vibrante carica emotiva di Phaedra, soprattutto considerando le gravi condizioni di salute in cui al tempo si trovava Britten.
Giovanna d’Arco è una cantata per voce sola e pianoforte che Gioachino Rossini compose a Parigi nel 1832, su testo di autore ignoto, con dedica alla futura moglie Olimpia Pélissier. Da pochi anni, Rossini aveva ormai abbandonato la produzione operistica, per dedicarsi invece a composizioni più intime da eseguire in contesti circoscritti e per cerchie ristrette di amici. La cantata, nella struttura classica Recitativo – Aria – Recitativo – Aria, vede la protagonista riflettere sulla propria missione politica: da una parte c’è la dimensione intimistica della nostalgia della famiglia (che emerge nel primo recitativo «É notte, e tutto addormentato è il mondo» e nell’aria «O mia madre»), dall’altra l’impeto e il desiderio di affrontare la battaglia e conquistare la vittoria («Ah, la fiamma che t’esce dal guardo già mi tocca, m’investe, già m’arde»). Con questa composizione, è possibile che Rossini volesse omaggiare la sua seconda patria, Parigi, e in particolare le persone a lui più vicine, proprio attraverso una rappresentazione intensa e commovente di una delle più grandi figure della storia francese. Esistono della cantata due versione orchestrali, la prima curata da Salvatore Sciarrino per il Rossini Opera Festival del 1989, la seconda a cura di Marco Taralli per il Festival Rossini in Wildbad del 2011.