FRANCIA
GIOVANNI PIERLUIGI DA PALESTRINA
Super flumina Babylonis
LOUIS-NICOLAS CLÉRAMBAULT
Factum est silentium in caelo
MARC-ANTOINE CHARPENTIER
Super flumina Babylonis
INGHILTERRA
GIOVANNI PIERLUIGI DA PALESTRINA
Salvator mundi
HENRY PURCELL
Passacaglia
JOHN BLOW
Salvator mundi
ITALIA – VENEZIA
GIOVANNI PIERLUIGI DA PALESTRINA
Missa Sicut lilium – Crucifixus
GIOVANNI BATTISTA PESCETTI
Sonata Seconda
ANTONIO LOTTI
Crucufixus
ITALIA – GENOVA
GIOVANNI PIERLUIGI DA PALESTRINA
O Rex gloriae
GIOVANNI FILIPPO POLLERO
Gaude, felix parens
SIMONE MOLINARO
O Rex gloriae
GERMANIA
GIOVANNI PIERLUIGI DA PALESTRINA
Missa super UT RE MI FA SOL LA – Alleluia
JOHANN JACOB FROBERGER
Fantasia super UT RE MI FA SOL LA
DIETRICH BUXTEHUDE
Alleluia
Viola da gamba e Violone
Maurizio Less
Organo
Luigi Fontana
Direttore
Luca Franco Ferrari
Liceo Pertini Vocal Ensemble
In collaborazione con Associazione Carlo Felice Young APS
La grandissima notorietà e diffusione della produzione musicale italiana del tardo Rinascimento e primo Barocco fece sì che moltissime partiture manoscritte o a stampa fossero presenti nelle biblioteche dei più accreditati compositori europei a cavallo fra Seicento e Settecento. La produzione cinquecentesca italiana, in particolare, veniva accuratamente studiata per apprenderne forma, stile e contrappunto. Lo stesso Marc-Antoine Charpentier, giunto a Roma per studiare la pittura, si innamorò della composizione attraverso le partiture di Carissimi ma soprattutto di Palestrina che, di ritorno a Parigi, portò con sé sia in originale che trascritte di suo pugno. Moltissimi compositori europei si ispirarono più o meno esplicitamente alla scrittura del Palestina, di cui possedevano interi libri di opere a stampa. Uno degli esempi più manifesti e illustri lo si può ritrovare della produzione di Johann Sebastian Bach che, nel 1742 a Lipsia, riarrangiò ed eseguì l’intera Missa Sine Nomine del grande compositore romano, a testimonianza di quanto la scrittura palestriniana, anche a distanza di decine o centinaia di anni, sopravvivesse all’evoluzione dell’estetica e del gusto musicale. Il programma eseguito dal LPVE si propone di esplorare tali parallelismi, attraverso il confronto tra la produzione sacra di autori meno eseguiti del barocco europeo e alcune delle più belle pagine palestriniane, liberate da quell’approccio esecutivo “reverenziale” che usualmente le contraddistingue e ricollocandole invece in una prassi esecutiva più concreta e in uso all’epoca, in cui gli strumenti talvolta si aggiungono o si sostituiscono alle voci.
Luca Franco Ferrari