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ME 25/09/2024 Ore 20:00 Biglietti non più disponibili
Dove:
Teatro Carlo Felice

Durata:
Prima parte: 35 minuti
Intervallo: 20 minuti
Seconda parte: 30 minuti
Durata complessiva: 1 ora e 25 minuti

 

 

 

A Bridge of Music Genova

Concerto dell’Orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova diretta da Davide Massiglia in occasione della tournée a New York

MARIO CASTELNUOVO-TEDESCO
Concertino per arpa e orchestra
(prima esecuzione assoluta della nuova edizione)

OTTORINO RESPIGHI
Deità silvane P. 147

FELIX MENDELSSOHN-BARTHOLDY
Sinfonia n. 4 in la maggiore Italiana op. 90

Arpa
Ieuan Jones

Soprano
Francesca Dotto

Direttore
Davide Massiglia

Orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova

A Bridge of Music è un progetto culturale internazionale ideato dal Sovrintendente Claudio Orazi nel 2016 con lo scopo di valorizzare la musica quale volano della diplomazia culturale tra l’Italia e gli Stati Uniti. Nel 2025 ricorrerà il bicentenario dell’esecuzione della prima opera lirica italiana degli Stati Uniti (Il barbiere di Siviglia, novembre 1825). In vista delle celebrazioni per tale significativo appuntamento e dopo il successo della programmazione dedicata del 2023, l’Opera Carlo Felice propone una tournée 2024 che si inaugura a Genova con il concerto diretto da Davide Massiglia, per proseguire attraverso un ponte ideale fino a New York, dove Donato Renzetti – direttore emerito del Teatro –, l’Orchestra dell’Opera Carlo Felice e il violinista Giuseppe Gibboni (vincitore del 56° Premio Paganini) saranno protagonisti di un concerto in doppia data (martedì 8 e mercoledì 9 ottobre alle ore 20.00 alla Saint Patrick’s Old Cathedral) dedicato a Lorenzo Da Ponte e a Niccolò Paganini con musiche di Mozart e Paganini.

Il programma musicale del concerto A Bridge of Music Genova accosta i lavori di Mario Castelnuovo-Tedesco e Ottorino Respighi, compositori unici del Novecento italiano profondamente legati agli USA, alla Sinfonia Italiana di Felix Mendelssohn.
In apertura, il Concertino per arpa e orchestra op. 93 che Mario Castelnuovo-Tedesco – compositore fiorentino emigrato a New York e in seguito a Los Angeles per sfuggire alle leggi razziali nel 1939 – realizzò nel 1938. Nel catalogo di Castelnuovo-Tedesco figurano diversi concerti per strumento solista e orchestra, si trattava di un genere affine alla sua sensibilità (con una produzione particolarmente intensa negli anni Trenta, ai quali risalgono il Concerto n. 2 per violino, il Concerto per violoncello, e i celebri Concerti n. 1 per chitarra e n. 2 per pianoforte composti a New York). Una caratteristica comune a queste composizioni è la raffinatezza della ricerca timbrica, che si risolve sempre in un impasto di colori intensi ed espressivi. Il Concertino per arpa e orchestra riprende lo schema adottato in altri concerti coevi, ed è suddiviso in tre movimenti: Moderato, Andante e Finale Spagnolo. Ciascuno dei tre è ampiamente evocativo e caratterizzato, passando dalle tinte più varie e a tratti misteriose del primo movimento alla suadente passionalità del secondo e alla festa spagnoleggiante del finale. Un aspetto di grande fascino nell’approccio di Castelnuovo-Tedesco è l’impiego dell’arpa non tanto nell’ottica di un dialogo con l’orchestra – come spesso avviene in questo genere – quanto più come elemento portante della sonorità generale; il principio del contrasto tra solo e tutti viene quindi meno in virtù di una simbiosi timbrica all’interno della quale l’arpa determina la dimensione espressiva dell’insieme.
Ottorino Respighi compose Deità silvane – raccolta di cinque liriche su testi di Antonio Rubino – nel 1917, in una prima versione per voce e pianoforte. Diversi anni dopo, in concomitanza con il suo primo viaggio a New York in compagnia della moglie e cantante Elsa, il compositore realizzò una nuova versione della raccolta, questa volta per soprano e piccola orchestra, che venne eseguita per la prima volta alla Aeolian Hall nel febbraio del 1926. Con Deità silvane Respighi propone una lettura personale, in chiave novecentesca, dell’amore romantico per l’arcaico – che si ritrova non solo nel gusto quasi ottocentesco delle poesie di Rubino (1880-1964, artista eclettico, principalmente disegnatore, di origini sanremesi), ma anche nelle scelte musicali che ricordano operazioni simili di Debussy e Ravel. Le cinque liriche I fauni, Musica in horto, Egle, Acqua e Crepuscolo, i cui testi rappresentano suggestioni naturalistiche con alcuni riferimenti mitologici, hanno la sonorità immediata di veri e propri ritratti in musica. Lo stile di Respighi non subisce l’influenza diretta delle avanguardie europee di inizio Novecento, il compositore si orienta più verso una rielaborazione propria del linguaggio tardo ottocentesco piuttosto che verso la rottura con lo stesso. Tale ricerca è in un certo senso affine a quella di Castelnuovo-Tedesco e alla sensibilità artistica statunitense, dove i lavori di entrambi vennero particolarmente apprezzati.
La Sinfonia n. 4 di Felix Mendelssohn è detta “Italiana” proprio perché composta durante un soggiorno in Italia tra il 1830 e il 1831. La Sinfonia, che all’interno del catalogo del compositore rappresenta una speciale sintesi tra classicismo e romanticismo, venne eseguita per la prima volta con la direzione di Mendelssohn stesso alla Società Filarmonica di Londra, e riscosse da subito molto successo, affermandosi come uno dei suoi titoli più amati. Il carattere è vivace, solare e cantabile, come appare subito evidente nell’Allegro iniziale. Lo stesso Andante, il movimento “meno italiano”, non cede alla malinconia, sfociando piuttosto in un atteggiamento lirico-sognante. Nel terzo movimento, simile al minuetto classico, con il protagonismo di corni e fagotti si rimanda ad un’atmosfera pastorale. Il vivace Saltarello finale è il riferimento più diretto alla cultura musicale italiana, in particolare alla musica popolare romana (il compositore sostò più a lungo proprio a Roma e a Napoli).

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