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GI 19/10/2023

Turno B

Ore 20:00 Biglietti non più disponibili
MA 17/10/2023

Turno L

Ore 20:00 Biglietti non più disponibili
DO 15/10/2023

Turno C

Ore 15:00 Biglietti non più disponibili
VE 13/10/2023 (Prima)

Turno A

Ore 20:00 Biglietti non più disponibili
Dove:
Opera Carlo Felice Genova

Durata:
Prima parte (Atti I e II) 1 ora e 45 minuti
Intervallo 25 minuti
Seconda parte (Atto III) 50 minuti
Durata complessiva 3 ore

A Midsummer Night’s dream

Due coppie di innamorati vivono grandi contrasti ma è un folletto a trovare una soluzione grazie alla magia

Opera in tre atti di Benjamin Britten
su libretto proprio e di Peter Pears,
dalla commedia di William Shakespeare

Personaggi e interpreti:

Oberon
Christopher Ainslie

Tytania
Sydney Mancasola

Puck
Matteo Anselmi

Theseus
Scott Wilde

Hippolyta
Kamelia Kader

Lysander
Peter Kirk

Demetrius
John Chest

Hermia
Hagar Sharvit

Helena
Keri Fuge

Bottom
David Shipley

Quince
David Ireland

Flute
Seumas Begg

Snug
Sion Goronwy

Snout
Robert Burt

Starveling
Benjamin Bevan

Cobweb
Michela Gorini / Maria Guano (19)

Peasebossom
Sofia Macciò / Leonardo Loi (17)

Mustardseed
Lucilla Romano / Giulia Nastase (19)

Moth
Eliana Uscidda / Denise Colla (17)

Changeling
Francesco Pagliarusco

Mimo acrobata
Davide Riminucci

Mimi
Armando De Ceccon, Francesco Tunzi

Maestro concertatore e direttore d’orchestra
Donato Renzetti

Regia
Laurence Dale

Scene e costumi
Gary McCann

Coreografia e regista collaboratore 
Carmine De Amicis

Luci
John Bishop

Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova
in collaborazione con Royal Opera House di Muscat (Oman)

Orchestra, Coro di voci bianche e Tecnici dell’Opera Carlo Felice
Maestro del Coro di voci bianche Gino Tanasini

Direttore allestimenti scenici
Luciano Novelli

Direttore musicale di palcoscenico
Simone Ori

Maestri di sala
Sirio RestaniAntonella Poli

Maestri di palcoscenico
Andrea Gastaldo, Anna Maria Pascarella
altro Maestro del Coro Patrizia Priarone

Maestro alle luci
Cristina Battistella

Maestro ai sopratitoli
Simone Giusto

Aiuto del Maestro del Coro di voci Bianche
Enrico Grillotti

Responsabile archivio musicale
Simone Brizio

Direttore di scena
Alessandro Pastorino

Vice Direttore di scena
Sumireko Inui

Responsabile movimentazione consolle
Andrea Musenich

Caporeparto macchinisti
Gianni Cois

Caporeparto attrezzisti
Tiziano Baradel

Caporeparto audio/video
Walter Ivaldi

Caporeparto sartoria, calzoleria, trucco e parrucche
Elena Pirino

Assistente alla regia
Matteo Anselmi

Assistente ai costumi
Gabriella Ingram

Assistente alle scene
Eleonora Peronetti

Coordinatore trucco e parrucco
Raul Ivaldi

Scene, costumi, attrezzeria e calzature 
Fondazione Teatro Carlo Felice

Parrucche
Mario Audello

Sopratitoli
Enrica Apparuti

L’opera in breve
di Ludovica Gelpi

Nell’agosto del 1959, Benjamin Britten decise di comporre un’opera che potesse andare in scena nel giugno successivo, in occasione della riapertura della Jubilee Hall di Aldeburgh – sede del famoso festival fondato dal compositore nel 1948. La scelta del soggetto shakespeariano fu dovuta alla passione del compositore per il lavoro di Shakespeare e anche alla possibilità di adattare in tempi rapidi il testo teatrale in libretto d’opera. L’operazione di adattamento si svolse in collaborazione con il compagno Peter Pears e con l’obiettivo seguire piuttosto fedelmente l’originale, con modifiche minori volte a rendere più scorrevole la trama. Nonostante una prima accoglienza tiepida, A Midsummer Night’s Dream è oggi considerata una delle migliori opere di Britten.

Nella trasposizione della commedia, il compositore sfrutta a pieno il potenziale drammaturgico del soggetto shakespeariano, sia mettendo ben in evidenza i tre piani narrativi (il regno delle fate, le vicende dei giovani ateniesi innamorati, il gruppo di artigiani aspiranti attori), sia amplificando l’elemento che si pone come collante dei tre piani, ovvero l’atmosfera onirica e fantastica della notte di mezza estate. Proprio questa atmosfera, cuore del fascino della pièce di Shakespeare, grazie alla musica viene ricreata con intensa efficacia. Nella scrittura di Britten, sempre molto personale e sperimentale (soprattutto sul piano timbrico), sono inserite diverse citazioni alla storia dell’opera. Questa scelta nasce dal desiderio di sottolineare gli elementi che il testo teatrale ha in comune con le più amate trame operistiche, quasi un tributo alla storia dell’opera che si realizza non solo sul piano drammaturgico, ma anche su quello musicale. Così facendo, Britten asseconda inoltre una tendenza all’enciclopedismo squisitamente tardo-novecentesca. Tra gli espedienti che il compositore impiega troviamo una speciale attenzione ai registri vocali. L’utilizzo delle voci bianche per il gruppo delle fate accende immediatamente la fantasia dell’ascoltatore, proiettandolo nella dimensione fantastica della storia; per lo stesso motivo Britten sceglie l’inusuale registro di controtenore per uno dei protagonisti maschili, Oberon, che si connota quindi anche vocalmente come Re delle fate. Sono poi presenti diverse citazioni popolari e ironiche, quasi parodie, nelle sezioni dedicate agli artigiani che invece rappresentano la dimensione più reale, in particolare una parodia di Lucia di Lammermoor presente nella sezione metateatrale del terzo atto. Si pone nella stessa ottica anche la scrittura di un patetismo talvolta esasperato negli interventi di Titania, figura ispirata alle più amate eroine della storia del melodramma.

Benedetto Croce scriveva del Sogno: «le rapide accensioni, le incostanze, i capricci, le illusioni e le delusioni, le follie d’ogni sorta dell’amore si danno un corpo e tessono un loro mondo così vivo e reale come quello degli uomini che quegli affetti visitano, estasiandoli e tormentandoli, innalzandoli e abbassandoli; sicché tutto vi è parimente reale e parimente fantastico, secondo meglio piaccia chiamarlo. Il senso del sogno, di un sogno-realtà, permane e impedisce ogni freddezza di allegoria e di apologo». La lettura britteniana di Shakespeare mette ben a fuoco questo scontro-incontro tra fantastico e reale come elemento centrale della narrazione. La varietà espressiva della scrittura di Britten è quindi finalizzata alla descrizione musicale delle due dimensioni – con tutte le loro sfaccettature – e dei modi in cui interagiscono. Proprio perché l’attenzione è focalizzata sulla misteriosa compresenza del reale e del fantastico, la stessa varietà espressiva che li descrive si presenta compatta e coerente.

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