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SA 15/02/2025

Turno F

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Dove:
Teatro Carlo Felice

 

 

 

 

Andrea Chénier

Il dramma storico di Umberto Giordano diretto da Donato Renzetti, con la regia di Pier Francesco Maestrini

Dramma storico in quattro quadri di Umberto Giordano, libretto di Luigi Illica

Allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Bologna e dell’Opéra Garnier Monte-Carlo

Personaggi e interpreti principali:

Andrea Chénier
Fabio Sartori

Carlo Gérard
Amartuvshin Enkhbat
Stefano Meo (9,12)

Maddalena di Coigny
Maria Josè Siri

La mulatta Bersi
Cristina Melis

La contessa di Coigny
Siranush Khachatryan

Madelon
Manuela Custer

Roucher
Nicolò Ceriani

Fléville
Matteo Peirone

Fouquier Tinville
Marco Camastra

Matthieu
Luciano Roberti

Un incredibile
Didier Pieri

L’abate
Gianluca Sorrentino

Schmidt
Andrea Porta

Maestro concertatore e direttore
Donato Renzetti

Regia
Pier Francesco Maestrini

Scene e video
Nicolás Boni

Costumi
Stefania Scaraggi

Coreografia
Silvia Giordano

Luci
Daniele Naldi

Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova
Maestro del coro Claudio Marino Moretti

Andrea Chénier è un’opera in quattro quadri che Umberto Giordano compose nel 1896, su un libretto di Luigi Illica ispirato alla vita del poeta francese André Chénier. L’opera fu il primo grande successo di Giordano, che dopo la prima rappresentazione al Teatro alla Scala il 28 marzo dello stesso anno, vide il suo lavoro ripreso in tutta Europa e negli Stati Uniti. L’azione si svolge nei pressi di Parigi al tempo della Rivoluzione francese. Gli ideali costituzionalisti del protagonista sono in forte contrasto con lo stile di vita corrotto della nobiltà parigina, e durante il Regime del terrore il poeta verrà perseguitato e poi giustiziato per la sua appartenenza politica. Sullo sfondo dei tragici avvenimenti storici, si sviluppa una storia d’amore con Maddalena, figlia della Contessa di Coigny. Andrea e Maddalena rimarranno insieme fino all’ultimo tragico istante. Il modello principale a cui Giordano si riferisce è il verismo italiano, del quale riprende un’orchestrazione volta a descrivere la gestualità dei personaggi e dell’azione piuttosto che la dimensione psicologica o emotiva. Se ne ricava un’opera di grande compattezza, dove la narrazione non è analizzata dalla musica stessa, quanto invece enfatizzata. Le linee vocali sono cantabili ed efficaci, al contempo si sviluppano in un contesto strutturale ben definito che mantiene un ponderato equilibrio dall’inizio alla fine.

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