ALFREDO CASELLA
Concerto per violoncello e orchestra op. 58
PËTR IL’IČ ČAJKOVSKIJ
Sinfonia n. 2 Piccola Russia op. 17
Violoncello
Federico Romano
Direttore
Donato Renzetti
Orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova
Composto tra il 1934 e il 1935, il Concerto per violoncello e orchestra op. 58 di Alfredo Casella rappresenta un’affascinante sintesi delle diverse anime musicali del compositore torinese. In un periodo storico di transizione e fermento artistico, Casella vi distilla un linguaggio che guarda con affetto al passato senza rinunciare alle inquiete sonorità del suo tempo.
L’Allegro molto vivace iniziale si apre con propulsiva energia ritmica, intessuta nel dialogo serrato tra il solista e l’orchestra. La chiarezza delle linee, così come una certa severità strutturale, danno a questo movimento un’impronta di fondo neoclassica, sulla quale il canto del violoncello, spesso lirico e appassionato, introduce un elemento di vibrante emotività.
Nell’introspettivo Largo centrale, cuore espressivo del concerto, il violoncello dispiega una melodia intensa e malinconica, quasi di aria d’opera. Le qualità comunicative e la ricchezza sonora dello strumento vengono valorizzate e sostenute da un tessuto orchestrale delicato e ricco di sfumature timbriche.
Il Presto vivacissimo conclusivo riprende l’energia ritmica del primo movimento, con un carattere più leggero e spensierato, dove l’intento virtuosistico è evidente nei passaggi brillanti e dinamici che mettono in risalto le capacità tecniche del solista. Per contrasto, non mancano momenti di lirismo e di cantabilità che confermano la fondamentale duplice natura dell’opera.
Nel complesso, l’autore elabora in maniera personale le nuove istanze del linguaggio musicale del suo tempo. La scrittura violoncellistica è idiomatica, varia e appassionata, tanto da rendere quest’opera – che pur non figura tra quelle più frequentemente eseguite dell’autore – una gemma preziosa nel repertorio violoncellistico.
La Sinfonia n. 2 in do minore op. 17, composta e significativamente riveduta da Pëtr Il’ič Čajkovskij tra il 1872 e il 1880, rappresenta un affascinante e caloroso omaggio al folklore ucraino: da qui il sottotitolo di “Piccola Russia”, secondo la denominazione dell’Ucraina allora in uso nell’impero zarista. L’elemento più distintivo della sinfonia risiede nell’ampio utilizzo di autentiche canzoni popolari ucraine: tale derivazione, che si riscontra già nel tema di apertura del primo movimento, Andante sostenuto, trasmette all’ascoltatore un senso di familiarità e di radici culturali profonde.
L’Andante marziale, quasi moderato funge da movimento lento, ma con un carattere inaspettatamente ritmico e solenne. Il tema principale, anch’esso di origine popolare, viene trattato con una nobiltà e un’intensità che ricordano le processioni o le danze rituali. L’orchestrazione, ricca di colori e di contrasti dinamici, contribuisce a creare un’atmosfera suggestiva e profondamente evocativa.
Lo Scherzo. Allegro molto vivace è un’esplosione di energia e di vitalità. Il ritmo incalzante dei temi brillanti e danzanti restituisce il carattere gioioso e dinamico del materiale popolare d’origine. La sezione del Trio offre un momento di contrasto lirico e melodico fino al prepotente ritorno dell’energia ritmica iniziale nella ripresa dello Scherzo, che culmina in una conclusione travolgente.
Il finale, Moderato allegro ma non troppo, rappresenta l’apoteosi dell’omaggio al folklore ucraino. Il tema principale è tratto da una celebre canzone popolare – “La gru vola via dal mare” – che viene presentata attraverso alcune variazioni, ciascuna caratterizzata da un diverso trattamento orchestrale. Straordinaria l’abilità di Čajkovskij nel trasformare una semplice melodia popolare in un grandioso affresco sinfonico, che si sviluppa e intensifica attraverso contrastanti stati d’animo, per sfociare in una conclusione trionfale e festosa.