Dramma per musica in tre atti di
Wolfgang Amadeus Mozart
su libretto di Gianbattista Varesco
Personaggi e interpreti:
Idomeneo
Antonio Poli
Idamante
Cecilia Molinari
Ilia
Benedetta Torre
Elettra
Lenneke Ruiten
Arbace
Giorgio Misseri
Gran Sacerdote
Blagoj Nacoski
Voce di Nettuno
Ugo Guagliardo
Due cretesi
Lucia Nicotra
Maria Letizia Poltini
Due troiani
Damiano Profumo
Franco Rios Castro
Maestro concertatore
e direttore d’orchestra
Riccardo Minasi
Simone Ori (25)
Regia
Matthias Hartmann
Scene
Volker Hintermeier
Costumi
Malte Lübben
Coreografie
Reginaldo Oliveira
Luci
Mathias Märker / Valerio Tiberi
Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova
Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice
Maestro del coro Claudio Marino Moretti
Violoncello Antonio Fantinuoli
Clavicembalo Sirio Restani
Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS
Direttore allestimenti scenici
Luciano Novelli
Direttore musicale di palcoscenico
Simone Ori
Maestri di sala
Sirio Restani, Antonella Poli, Silvia Gasperini
Maestri di palcoscenico
Andrea Gastaldo, Anna Maria Pascarella
altro Maestro del Coro
Patrizia Priarone
Maestro alle luci
Caterina Galiotto
Maestro ai sopratitoli
Simone Giusto
Responsabile archivio musicale
Simone Brizio
Direttore di scena
Alessandro Pastorino
Vice Direttore di scena
Sumireko Inui
Responsabile movimentazione consolle
Andrea Musenich
Caporeparto macchinisti
Gianni Cois
Caporeparto elettricisti/cabina luci
Marco Gerli
Caporeparto attrezzisti
Tiziano Baradel
Caporeparto audio/video
Walter Ivaldi
Caporeparto sartoria, calzoleria, trucco e parrucche
Elena Pirino
Assistente alla regia
Marika Petrizzelli
Assistente lighting designer
Emanuele Agliati
Coordinatore trucco e parrucco
Raul Ivaldi
Scene e attrezzeria
Fondazione Teatro Carlo Felice
Costumi
Teatro alla Scala
Calzature
Un passo di stile srl
Parrucche
Mario Audello
Sopratitoli a cura di
Enrica Apparuti
L’opera in breve
di Ludovica Gelpi
Con Idomeneo – dramma per musica in tre atti – è avvenuta la consacrazione di Mozart, allora venticinquenne, nell’ambito dell’opera seria. Tra i titoli precedenti spiccano Mitridate, re di Ponto (1770), e Lucio Silla (1772), ma la prima vera grande occasione arrivò nel 1780. Mozart lavorava principalmente a Salisburgo, quando ricevette dal principe elettore di Monaco Carlo Teodoro la commissione di un’opera per il Carnevale dell’anno successivo. La possibilità di un allestimento nella città bavarese era interessante, poiché il Teatro di Corte ospitava regolarmente produzioni di rilevanza europea e aveva una delle orchestre stabili più rinomate a livello internazionale, quella di Mannheim. La stesura del libretto, su soggetto già scelto da Carlo Teodoro, venne affidata Gianbattista Varesco, letterato e cappellano dell’arcivescovo di Salisburgo. La vicenda ruota attorno a Idomeneo, re di Creta di ritorno in patria dopo la caduta di Troia, e al figlio Idamante. A causa di un voto fatto a Nettuno, il padre si vede costretto a sacrificare il figlio, dopo aver cercato invano di farlo fuggire dall’isola; nel lieto fine è lo stesso dio a impedire l’orribile gesto, e Idamante viene incoronato re. I temi principali sono profondamente radicati nella letteratura e nella mitologia greca: si affrontano il complicato legame padre-figlio, gli amori contrastati dalle contingenze politiche, il rapporto tra uomini e dèi. In precedenza, il soggetto era stato già trattato nell’omonima tragédie lirique di Antonie Danchet, musicata da André Campra nel 1712. Varesco si rifece al testo di Danchet, traducendolo in italiano, ma optando per un adattamento più scorrevole del racconto, ora in tre anziché cinque atti, e per una maggior attenzione all’introspezione dei personaggi. Il lavoro di Varesco, di stampo rigorosamente metastasiano, venne apprezzato solo fino ad un certo punto da Mozart, che voleva da una parte affidarsi a modelli culturali affini (l’opera seria italiana ma anche la riforma di Cristoph Willibald Gluck), e dall’altra introdurre alcuni tratti più sperimentali. Così, nell’autunno del 1780, il compositore lavorò alla partitura e intervenne sul libretto per apportare tagli e modifiche in ragione di una maggior coerenza tra testo e musica. Idomeneo venne rappresentato per la prima volta il 29 gennaio 1781 all’Hoftheater di Monaco. L’accoglienza fu molto positiva da parte della critica, anche se inizialmente meno da parte del pubblico, probabilmente abituato a rappresentazioni di stampo più tradizionale.
Se il modello fu principalmente l’opera seria italiana e gluckiana, Mozart decise di orientarsi verso una più articolata ricerca stilistica. Ripresa la struttura basata sull’alternanza tra arie e recitativi, una scelta fondamentale fu l’introduzione di diversi recitativi accompagnati, così da ottenere più continuità nel discorso orchestrale e drammatico. Sempre data l’importanza del piano musicale, ampio spazio venne dato ai numeri orchestrali, corali e coreutici. Attorno alle vocalità dei singoli personaggi è svolta una accuratissima ricerca, ciascuna linea vocale viene sviluppata autonomamente con più riferimenti stilistici (ciò ha strettamente a che fare con il realismo psicologico che contraddistingue Idomeneo, e che arriva ad anticipare alcuni elementi del melodramma ottocentesco). L’intreccio narrativo favorisce da una parte buon ritmo dell’azione – il rischiato naufragio in tempesta, le tensioni politiche tra Creta e Troia, gli amori di Idamante, Elettra e Ilia, l’intervento divino – dall’altra il giusto livello di approfondimento psicologico. Idomeneo è un personaggio complesso: dopo aver coraggiosamente partecipato alla vittoria di Troia e portato in salvo la sua flotta, si trova a dover fare i conti con una dimensione non più bellica, grandiosa, soprannaturale, ma con una tragedia interiore, ovvero il conflitto di un re e padre che deve scegliere se sacrificare il regno oppure il figlio. Il protagonista non è più un vittorioso eroe di guerra, ma un uomo che vive le proprie contraddizioni tra luci e ombre. Dal canto suo, Idamante rimane un personaggio unicamente positivo: agisce in favore del bene comune e spesso a discapito dei propri interessi, prima come regnante in assenza del padre, e poi come figlio. Nei due personaggi femminili è rappresentata una netta dicotomia: Ilia, destinata a regnare al fianco di Idamante, si mantiene fedele ai suoi sani princìpi, dimostrandosi addirittura pronta a dare la sua vita per salvare l’amato. Elettra, personaggio leggendario, matricida per antonomasia, racchiude in sé esclusivamente sentimenti negativi (lo stesso amore per Idamante si esprime solo attraverso l’idea di possesso) e non mostra pietà verso gli altri in nessun momento.
Nella variegata compagine umana ritratta, il dramma stupisce principalmente per l’elaborazione del modello secondo una prospettiva nuova, sia nell’invenzione musicale sia nell’esposizione drammaturgica. In un momento storico come gli anni Ottanta del ‘700, Idomeneo lascia chiaramente intravedere i possibili sviluppi del teatro musicale nei decenni a venire.