Direttore
Simone Ori
Wolfgang Amadeus Mozart
Ouverture da Le nozze di Figaro
Ludwig van Beethoven
Ouverture Coriolano op. 62
Gioachino Rossini
Sinfonia da La cenerentola
Giuseppe Verdi
Preludio dall’atto terzo della Traviata
Gioachino Rossini
Ouverture da La scala di seta
Sinfonia da L’italiana in Algeri
Pietro Mascagni
Intermezzo da Cavalleria rusticana
Gioachino Rossini
Sinfonia dal Barbiere di Siviglia
Questo concerto, intitolato “Il suono dell’opera” è una festa del genere musicale principe della cultura italiana, osservato attraverso pagine “sinfoniche”: ouverture, sinfonie e intermezzi d’opera che attraversano oltre un secolo di storia musicale italiana ed europea, dalle luci brillanti del classicismo mozartiano all’energia rossiniana, fino al lirismo tragico di Verdi e poi di Mascagni.
Il programma si apre con l’ouverture dalle Nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart (1786), capolavoro del teatro musicale settecentesco, modello per molte pagine successive. In poche battute, la partitura cattura l’essenza della leggerezza, con eleganza, ritmo teatrale e sottile ironia. È una vera miniatura sinfonica che anticipa, senza svelare, il brulichio di situazioni dell’opera.
Segue l’ouverture Coriolano op. 62 di Ludwig van Beethoven (1807), pagina drammatica ispirata all’omonima tragedia di Collin. Qui Beethoven oppone la forza impetuosa dell’eroe alla dolcezza delle suppliche materne, disegnando con pochi motivi contrastanti un intenso conflitto psicologico. La tensione drammatica della musica introduce una nuova dimensione espressiva dell’ouverture, che da introduzione diventa racconto.
Con le sinfonie di Rossini si entra nel cuore pulsante dell’opera buffa italiana: La scala di seta, La Cenerentola, L’italiana in Algeri e Il barbiere di Siviglia. Ogni ouverture è un piccolo gioiello di vivacità e invenzione ritmica e melodica, sorprendente per brillantezza e teatralità. Rossini, maestro dell’effetto e della costruzione formale, condensa in questi brani un’energia inarrestabile, con celebri “crescendo” e colpi di scena che fanno sorridere l’orecchio e l’immaginazione.
Il Preludio dell’atto III della Traviata di Giuseppe Verdi porta invece l’ascoltatore in una zona più intima e sospesa. È musica che racconta il dramma interiore di Violetta, tra abbandono e struggimento. Le frasi dell’orchestra si fanno respiro, attesa, presagio: in pochi minuti, Verdi condensa una forza tragica di grande potenza emotiva.
Dall’opera verista arriva invece l’Intermezzo di Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, autentico emblema di un’epoca; pagina lirica, semplice e intensissima, che scorre come una preghiera laica nel cuore della vicenda. L’orchestra diventa voce collettiva e meditativa, in un silenzio narrativo che parla più delle parole.
