FRANZ JOSEPH HAYDN
Sinfonia n. 60 in do maggiore
Il distratto Hob. I:60
ANNA CLYNE
Sound and Fury
(prima esecuzione italiana)
RICHARD STRAUSS
Don Quixote op. 35
Violoncello
Riccardo Agosti
Viola
Antonio Bossone
Direttore
Riccardo Minasi
Orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova
Il programma di Novecenti traccia un interessante percorso tra la Sinfonia n. 60 Il distratto di Franz Joseph Haydn, Sound and Fury della contemporanea Anna Clyne – in prima esecuzione italiana – e uno dei più ispirati poemi sinfonici della storia della musica: Don Quixote di Richard Strauss.
La Sinfonia n. 60 è stata composta da Haydn nel 1774, inizialmente come musica di scena per la commedia Der Zerstreute, adattamento in lingua tedesca dell’originale francese di François Regnard Le distrait. Il grande successo della rappresentazione si dovette anche alla musica, che venne presto ripresa indipendentemente dall’azione teatrale. È la natura teatrale della composizione a giustificare la struttura così insolita in sei movimenti, con un Adagio iniziale che aveva funzione di ouverture e i movimenti a seguire come intermezzi tra gli atti della commedia. Anche nella scrittura, molto varia e articolata, si evidenziano alcuni tratti singolari, temi ricorrenti e allusivi al piano drammaturgico.
È proprio a questo materiale ricco e insolito che Anna Clyne – compositrice contemporanea di origini britanniche, attiva sia nel campo della musica acustica sia nel campo della musica elettronica, con un catalogo già molto vasto ed eseguito in tutto il mondo – si ispira nel suo Sound and Fury, eseguito per la prima volta nel 2019 alla Queens Hall di Edimburgo. Come illustra la stessa compositrice nella nota d’autore pubblicata dall’editore Boosey & Hawkes, il processo compositivo nasce dall’ascolto della Sinfonia n. 60 e dalla trascrizione di alcuni motivi poi rielaborati e fatti proliferare in un brano che, seppure in un movimento unico, è suddiviso in sei sezioni interne. L’elemento della ripetizione e della proliferazione è di ispirazione letteraria, e deriva dalla lettura del monologo del protagonista in Macbeth, nel momento in cui viene a conoscenza della morte della moglie. È in particolare in alcuni versi che la scrittura di Shakespeare, attraverso la ripetizione, assume un ritmo musicale:
Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow, / Creeps in this petty pace from day to day, / To the last syllable of recorded time; / And all our yesterdays have lighted fools / The way to dusty death. Out, out, brief candle! / Life’s but a walking shadow, a poor player, / That struts and frets his hour upon the stage, / And then is heard no more. It is a tale / Told by an idiot, full of sound and fury, / Signifying nothing.
(Domani, e domani e domani, / si insinua giorno dopo giorno, / verso l’ultima sillaba del copione; / e tutti i nostri ieri avranno rischiarato a dei pazzi / la polverosa via della morte. Spegniti, spegniti, breve candela! / La vita non è che un’ombra che cammina, un povero attore / che si pavoneggia e si agita su un palcoscenico per il tempo a lui assegnato, / e poi di lui nulla più s’ode: è un racconto / narrato da un idiota, pieno di strepiti e furori / che non significano nulla).
Da questi stessi versi nasce il titolo del brano: Sound and Fury.
Richard Strauss aveva da tempo pensato di dedicare un brano al romanzo di Miguel de Cervantes Don Chisciotte, ma per qualche motivo fu solo dopo molti ripensamenti e revisioni che terminò la composizione, sul finire del 1897. Il brano, dal titolo Don Quixote, è un ricco poema sinfonico dall’organico impressionante di 97 elementi. La prima esecuzione avvenne a Colonia l’8 marzo 1898. Il sottotitolo “Variazioni fantastiche su un tema cavalleresco” fa riferimento al contenuto letterario e alla struttura formale: la storia di Don Chisciotte viene ripercorsa in dieci variazioni, con un’introduzione e un finale. Il tema principale è affidato al violoncello e rappresenta il protagonista (il ruolo del violoncello è quindi centrale, anche se non si parla propriamente di un solista, perché la natura del brano per come si articola la scrittura strumentale è molto più vicina alla sinfonia che al concerto per solista e orchestra). È inoltre presente un secondo tema che accompagna il primo con un ruolo secondario, affidato alla viola, a rappresentare il compagno scudiero Sancho Panza. Nell’Introduzione vediamo presentato Don Chisciotte, come nel primo capitolo del romanzo, con diversi motivi che rappresentano le sue fantasie cavalleresche. Anche il buffo Sancho Panza “entra in scena” e si unisce al cavaliere nelle tragicomiche avventure che si susseguono tra incontri, combattimenti e sogni d’amore variazione dopo variazione. Il Finale è il momento di riflessione e contemplazione che segue le tante vicende della vita e precede la morte del protagonista.
Ludovica Gelpi