GEORGE BUTTERWORTH
Six Songs from a Shropshire Lad
per baritono e pianoforte
Baritono
Tiziano Tassi
BENJAMIN BRITTEN
Sechs Hölderlin Fragmente
op. 61 per tenore e pianoforte
Tenore
Salvatore Gaias
ROGER QUILTER
Elizabethan Lyrics op. 12
per soprano e pianoforte
Soprano
Adelaide Minnone
BENJAMIN BRITTEN
On this Island op. 11
per soprano e pianoforte
Soprano
Sofia Pezzi
Pianoforte
Claudio Marino Moretti
L’attività compositiva di George Butterworth (1885 – 1916) si concentrò sulla produzione di songs. Il compositore, nato a Londra, impiegò i versi di vari poeti inglesi, tra cui specialmente di Alfred Edward Housman, conducendo una ricerca volta all’approfondimento del folklore popolare britannico. All’inizio del Novecento, importante fu l’incontro e l’amicizia con altri compositori con i quali condivise questa ricerca, uno fra tutti fu Ralph Vaughan Williams. Tra il 1910 e il 1911 Butterworth compose la raccolta per baritono e pianoforte Six Songs from a Shropshire Lad, su testi dalla raccolta A Shropshire Lad, di Housman (aggiunse in seguito altre cinque canzoni, per un totale di undici nella pubblicazione del 1912). I testi utilizzati esplorano in particolare il tema della giovinezza, una giovinezza non necessariamente anagrafica, ma dello spirito, che si mantiene grazie al rapporto con la natura. Al tema della giovinezza viene spesso accostato il tema della morte, in qualche modo presagio della sorte del compositore stesso, che sarebbe di lì a pochi anni morto prematuramente in combattimento durante la Prima Guerra Mondiale. Le musiche riprendono i motivi folklorici cari al compositore, i quali vengono rielaborati anche grazie all’influenza di tecniche compositive contemporanee ispirate ai lavori di Debussy e Ibert, che Butterworth ebbe modo di conoscere e apprezzare durante un viaggio in Francia.
I Sechs Hölderlin Fragmente per tenore e pianoforte, composti da Benjamin Britten su testi di Friedrich Hölderlin, risalgono al 1958. Il compositore si approcciava per la prima volta a dei testi in lingua tedesca, che scelse probabilmente sia per la qualità poetica, sia per i contenuti tematici. I testi di Hölderlin approfondiscono il rapporto tra giovinezza ed età adulta, l’inevitabilità della morte e al contempo l’ispirazione che viene dalla bellezza, con un’impronta di stampo filosofico. Sebbene i testi brevi determinino una discreta concisione della raccolta, è notevole la varietà stilistica, realizzata attraverso diverse soluzioni timbriche, ritmiche e armoniche, che Britten seppe introdurre in ciascuna delle canzoni. Uno dei primi interpreti dei Sechs Hölderlin Fragmente fu Peter Pears.
Roger Quilter (1877 – 1953), proprio come Butterworth, si dedicò principalmente alla composizione di canzoni, potendosi definire un cultore dell’English Art Song, un canone che si proponeva da molti secoli addietro di esplorare a fondo il folklore inglese. Elizabethan Lyrics, una raccolta di sette canzoni per soprano e pianoforte pubblicata nel 1908, racchiude canzoni di origine eterogenea, composte su testi di autori sconosciuti, fatta eccezione per My Life’s Delight, di Thomas Campion, e By a Fountainside, di Ben Jonson. Il titolo della raccolta fa riferimento all’età elisabettiana, della quale Quilter fu un grande estimatore soprattutto da un punto di vista letterario (spesso compose liriche su testi di Shakespeare). I contenuti di Elizabethan Lyrics ruotano attorno al tema centrale dell’amore, sia nelle sofferenze che ne derivano, sia negli aspetti più dolci. Nella scrittura musicale di Quilter, raffinata ed espressiva, i temi popolari vengono sviluppati con linearità e lirismo.
La raccolta per soprano e pianoforte On This Island, del 1937, fu la prima collaborazione tra Benjamin Britten e il poeta Wystan Hugh Auden. Singolare è la sintonia tra poesia e musica, l’affinità artistica tra Britten e Auden nasce da una visione simile delle rispettive arti, nelle quali confluiscono riferimenti ricercati e una marcata vena sperimentale. Le cinque liriche hanno contenuti vari, che spaziano dall’amore per la musica, alla descrizione di paesaggi naturalistici, e ancora a considerazioni sulla vita e sulla morte. Lo stile di Auden riprende modelli tendenti al Barocco con un’espressività particolarmente evocativa, così lo stesso Britten si rifà ad una temperie culturale simile sul piano musicale, introducendo armonie di stampo händeliano ed esaltando il virtuosismo della linea vocale. Solo l’ultima canzone, As it is, Plenty, sembra voler smorzare lo sperimentalismo precedente in favore di un’impostazione più semplice e popolare.
Ludovica Gelpi