BENJAMIN BRITTEN
Folksong Arrangements
Volume 1, British Isles
Baritono
Tiziano Tassi
Volume 2, France
Mezzosoprano
Daniela Aloisi
Volume 3, British Isles
Tenore
Salvatore Gaias
Volume 4, Moore’s Irish
Soprano
Mariasole Mainini
Pianoforte
Claudio Marino Moretti
Benjamin Britten iniziò ad interessarsi alle melodie del folklore inglese attorno all’inizio degli anni ’40, durante un lungo soggiorno negli Stati Uniti. Lontano dalla patria d’origine, sembra abbia voluto riscoprire le proprie radici attraverso una vera e propria rielaborazione di alcune melodie così legate alla cultura inglese. Queste ‘canzoni ricostruite’ andarono presto a costituire un solido e apprezzatissimo repertorio da concerto, che ben si prestava ad essere inserito nei programmi dei recital spesso organizzati da Britten insieme al compagno e cantante Peter Pears.
Nacque quindi il primo volume della raccolta Folk Song Arrangements, intitolato British Isles. Durante la prolifica carriera, in cui molti sono i titoli dedicati alla musica vocale da camera, il compositore non smise mai di approfondire la sua ricerca attorno alla canzone popolare, esplorando anche i repertori francese, irlandese e scozzese, per un totale di sette volumi di canzoni: British Isles, France, British Isles, Moore’s Irish, British Isles, England ed Eight Folk Songs Arrangements. (I primi cinque volumi sono per voce e pianoforte, mentre gli ultimi due rispettivamente per voce e chitarra e per voce e arpa).
Uno degli aspetti più interessanti dei Folk Songs di Britten, oltre al fascino senza tempo della musica popolare, con tutte le sue implicazioni culturali, è proprio la capacità del compositore di far coesistere una dimensione melodica chiara, riconoscibile e inscritta nella memoria collettiva, con il proprio stile compositivo e dunque una scrittura armonica anche complessa e non sempre di immediata lettura. I temi della tradizione vengono elaborati attraverso un processo che si sviluppa ad un livello molto profondo. Britten non snatura mai la linea melodica, affidata alla voce, secondo una prospettiva decisamente singolare: il compositore guarda infatti al materiale di partenza come se l’avesse composto lui stesso. I temi, seppure inalterati, vengono quindi trattati come parte del processo compositivo ex novo, e la struttura armonica – dedicata al pianoforte o allo strumento accompagnatore – viene costruita da capo, senza vincoli stilistici. Non è dunque corretto parlare di ‘trascrizione’, il lavoro di Britten è più un’operazione di riscrittura della canzone popolare, in cui una composizione originale riesce a rendere protagonista indiscussa ciascuna melodia popolare, ovvero l’elemento folklorico che la ispira.
Ludovica Gelpi