ANDREA LUCHESI
Sinfonia n. 5 in mi maggiore WK 4
WOLFGANG AMADEUS MOZART
Sinfonia n. 40 in sol minore K. 550
WOLFGANG AMADEUS MOZART
Sinfonia n. 41 in do maggiore Jupiter K. 551
Direttore
Ottavio Dantone
Orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova
Andrea Luchesi è stato un compositore e organista. Nato nel 1741 a Motta di Livenza, oggi in provincia di Treviso, si stabilizzò in seguito a Bonn, dove fu Maestro di cappella fino al 1801, anno della sua morte. Con l’orchestra di Bonn lavorò assai intensamente, con una ricerca musicale sempre aggiornata e raffinata. Tra i più illustri musicisti con cui collaborò spicca il nome del giovane Ludwig van Beethoven, viola dell’orchestra nei primi anni ’90. Come compositore, Luchesi si dedicò a diversi generi musicali, specialmente alla musica sacra ma anche alla musica strumentale. La Sinfonia n. 5 in mi maggiore appartiene a un gruppo di sei sinfonie composte prima del 1768, ed è del tutto coerente con il modello sinfonico impiegati anche nelle altre, in tre movimenti. Il genere sinfonia si trovava allora ai propri albori, Luchesi contribuì all’affermazione dello stesso in un periodo nel quale il concerto di matrice barocca ancora prevaleva. La forma tripartita – Allegro, Andante, Presto – era a quel tempo particolarmente congeniale al discorso sinfonico, concedendo sufficiente spazio ad un’articolazione varia ma al contempo coesa e concisa. Lo stile di Luchesi è sorprendentemente avanzato, proprio per quanto riguarda la scrittura orchestrale, equilibrata, brillante e di notevole invenzione tematica.
Le sinfonie K. 550 e K. 551 appartengono, insieme alla K. 543, ad un ciclo di tre sinfonie che Mozart compose nell’estate del 1788, completate rispettivamente il 26 giugno, il 25 luglio e il 10 agosto. Si tratta probabilmente della massima espressione sinfonica del compositore, e di conseguenza di tre dei più alti capolavori mai composti nel genere sinfonia. Nonostante Mozart riuscisse a comporre a velocità impressionante, rimane stupefacente la sua capacità di produrre tre lavori di tale complessità e caratterizzazione in così poco tempo, soprattutto considerando che non vennero realizzati su commissione, ma solo in vista di una possibile prossima esecuzione. In realtà, non abbiamo notizie certe circa l’esecuzione di nessuna delle tre sinfonie nei restanti tre anni di vita del compositore.
La Sinfonia K. 550 si apre con un Molto allegro inquieto e ossessivo in forma sonata. Il primo tema, affidato ai violini, è uno dei più celebri mozartiani. Il forte contrasto tra temi è messo in risalto da un dialogo incessante tra le parti, che si inseguono fino alla fine della ripresa. Segue un Andante in modalità maggiore dal tono più leggero ma prevalentemente malinconico, quasi in stile galante, in cui il protagonismo tematico è dei legni. Il Minuetto ha un carattere duro e un’impostazione contrappuntistica assai lontana dal comune andamento danzante, mentre sono il Trio e l’Allegretto del terzo movimento a restituire la consueta nota leggera e frizzante. Infine, l’Allegro assai chiude il cerchio riprendendo l’atmosfera del Molto allegro iniziale, con contrasti ancora più accentuati e un tono più assertivo. L’intenso e costante patetismo di questa Sinfonia l’avrebbe di lì a pochi anni resa una delle più amate dai compositori della Scuola romantica tedesca. La Sinfonia K. 551 è l’ultima sinfonia di Mozart, il titolo Jupiter venne attribuito ad inizio Ottocento, probabilmente da un impresario. Qui il compositore sperimenta l’estensione della forma sonata a tutti e quattro i movimenti, un’idea innovativa che celebra e amplia la forma più simbolica della musica strumentale. L’Allegro vivace iniziale, privo di introduzione, attacca con spirito. Sin dal principio emerge la ricchezza del contrappunto che sarà costante in tutti e quattro i movimenti. Segue l’Andante cantabile, più etereo e sublime, ma non senza ombre e contrasti sorprendenti. Il Minuetto ha funzione introduttiva al finale, con una speciale attenzione all’aspetto ritmico, quasi marziale. In chiusura, un Molto allegro di tale livello contrappuntistico da somigliare ad una vera e propria fuga. Il primo tema, un altro tra i più celebri di Mozart, viene elaborato secondo un principio di imitazione, e da esso si sviluppa un vario materiale tematico, a creare una struttura di incredibile complessità fino al trionfo conclusivo in do maggiore.
Con le Sinfonie K. 550 e K. 551 Mozart lasciò un’eredità di valore incommensurabile, definitiva somma del sinfonismo settecentesco e punto di partenza, a partire da Beethoven, per una nuova concezione romantica della sinfonia.
Ludovica Gelpi