ARNOLD SCHÖNBERG
Sei Lieder per voce e orchestra op. 8
NIKOLAJ RIMSKIJ-KORSAKOV
Shéhérazade suite sinfonica op. 35
Soprano
Francesca Paola Geretto
Direttore
Donato Renzetti
Orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova
I Sei Lieder op. 8 di Arnold Schönberg, composti tra il 1903 e il 1905, testimoniano l’importante legame con la tradizione tardo-romantica che ha caratterizzato il primo periodo artistico del compositore. Schönberg era al tempo trentenne, e aveva alle spalle una formazione perlopiù da autodidatta coadiuvata dalle lezioni di contrappunto di Alexander Zemlinsky. Diversi suoi lavori erano stati già eseguiti ed apprezzati, ma maturava dentro di lui un impulso creativo nuovo, il desiderio di sviluppare un linguaggio musicale in distacco con la tradizione e affine alla nascente corrente espressionista. Le composizioni dei primi anni del Novecento rappresentano l’apice dello Schönberg romantico e raccolgono le prime tensioni cromatiche che avrebbero portato alle esplorazioni atonali successive. La scrittura orchestrale dei Sei Lieder ricorda i modelli di Mahler e di Strauss e si articola attraverso un organico denso e dalla grande ricchezza timbrica in dialogo con la voce solista, della quale esalta il lirismo. Il legame con la tradizione emerge anche nella scelta dei testi: il primo, Natur, è di Heinrich Hart, poeta tedesco naturalista vissuto nel Secondo Ottocento. Il secondo e il terzo – Das Wappenschild e Sehnsucht – sono tratti dalla raccolta di canti popolari Des Knaben Wunderhorn, la stessa che aveva ispirato Gustav Mahler per i suoi Lieder. Gli ultimi tre sono i sonetti 82, 116 e 279 dal Canzoniere di Petrarca nella traduzione in tedesco di Karl August Förster. La prima esecuzione dei Lieder si tenne quasi dieci anni dopo il loro completamento, nel 1914, a Praga. Il primo interprete ne fu il tenore Hans Winkelmann, sotto la direzione di Zemlinsky.
La Suite sinfonica Shéhérazade è una delle più celebri ed eseguite composizioni di Nikolaj Rimskij Korsakov. Il compositore se ne occupò nell’estate del 1888, in un momento particolarmente prolifico in cui alternava l’attività di compositore e orchestratore a quella di docente al Conservatorio di San Pietroburgo. Già affermati erano il suo stile e la sua poetica, incentrata sulla riscoperta e sulla rielaborazione del patrimonio della musica popolare russa – una poetica condivisa dai compositori del Gruppo dei Cinque (Balakirev, Kjui, Musorgskij, Borodin e Rimskij Korsakov). Shéhérazade si articola in quattro episodi ispirati alle Mille e una notte: Il mare e la nave di Sinbad, Il racconto del principe Kalender, Il giovane principe e la giovane principessa e Festa a Bagdad. Il mare. Il naufragio. Il contenuto è fortemente espressivo, la scelta di un’evocazione così marcatamente “orientalista” si pone in continuità con l’esplorazione delle radici della tradizione russa anche in contrapposizione con la tradizione occidentale. Gli episodi sono pensati come sezioni indipendenti, i contenuti extra-musicali non sono infatti collegati tra di loro. Solo il tema di Shéhérazade – affidato ad un violino – ritorna all’inizio del primo, del secondo e del quarto episodio, via via che la principessa procede nel suo racconto al sultano. Non mancano rimandi ed echi motivici tra gli episodi, ma il compositore stesso sottolinea che non si tratta di Leitmotiv tematici, quanto invece di «materiali puramente musicali, motivi dello sviluppo sinfonico». Rimskij Korsakov affermò di aver raggiunto con questo e altri lavori contemporanei – come l’ouverture della Grande Pasqua russa – la sua più personale espressione orchestrale, libera dalle influenze del sinfonismo colto occidentale. La prima esecuzione della Suite si tenne nell’ottobre del 1888 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, con la direzione del compositore.
Ludovica Gelpi