DO 26/01/2025 Ore 11:00 Biglietti non più disponibili
Dove:
Teatro Carlo Felice – Primo foyer

 

Durata:
58 minuti senza intervallo

 

 

Ricordi italiani

Claudio Marino Moretti per gli appuntamenti con il Novecento cameristico. In programma Martucci, Pizzetti e Liszt

GIUSEPPE MARTUCCI
La canzone dei ricordi op.68a

ILDEBRANDO PIZZETTI
Tre sonetti del Petrarca

FRANZ LISZT
Tre sonetti del Petrarca S270

Tenore
Matteo Lippi

Pianoforte
Claudio Marino Moretti

Giuseppe Martucci (1856-1909) fu compositore, pianista e direttore d’orchestra. Il Romanticismo tedesco è stato il suo principale riferimento soprattutto nella scrittura sinfonica, unicum nel panorama italiano di fine Ottocento. La sua produzione si incentra sulla musica per pianoforte, ma comprende anche pagine di musica da camera, due sinfonie, due concerti per pianoforte e orchestra e l’oratorio Samuel. Il poemetto lirico La canzone dei ricordi op. 68 risale alla metà degli anni Ottanta, Martucci lo compose per voce e pianoforte, tra il 1886 e il 1887 ne realizzò una versione per voce e orchestra (op.68a). Su testi del poeta e accademico Rocco Emanuele Pagliara, La canzone è suddivisa in sette sezioni dallo stile tardo-romantico e crepuscolare. Nella prima viene introdotto il tema amoroso, che si sviluppa poi attraverso un viaggio tra ricordo e fantasia. L’ultima sezione è una variante musicale della prima, con un tono più malinconico ma sul medesimo testo.
Ildebrando Pizzetti (1880-1915) fa parte insieme a compositori quali Alfredo Casella, Ottorino Respighi e Gian Francesco Malipiero della “generazione dell’80”, accomunata nei primi anni del Novecento dalla ricerca di un linguaggio musicale nuovo, aperto alle avanguardie ma al contempo legato alla tradizione italiana. La ricerca di Pizzetti si concentrò in particolare sul teatro musicale e sulla musica sinfonica, ma nel suo catalogo figurano anche alcuni titoli di musica vocale da camera, fra cui I pastori, Tre canzoni per canto e quartetto d’archi, Tre canti greci per canto e pianoforte e Tre sonetti del Petrarca. Il compositore si dedicò a questi ultimi nel 1922, selezionando tre testi dal Canzoniere di Petrarca: La vita fugge, e non s’arresta un’ora (sonetto 272), Levommi il mio pensier in parte ov’era (sonetto 302) e Quel rosignuol che sì soave piagne (sonetto 311). Lo stile delle tre liriche accosta una linea pianistica non priva di armonie nuove e ricercate a una linea vocale a tratti di ispirazione arcaicizzante, nella quale emerge l’esperienza teatrale di Pizzetti.
I Tre sonetti del Petrarca di Franz Liszt appartengono nella prima versione per pianoforte solo agli Années de pèlerinage (composti tra il 1842 e il 1882), in particolare alla suite del Secondo Libro dedicata all’Italia. Nel 1883 Liszt creò una nuova versione dei Sonetti per voce e pianoforte, riprendendo i testi a cui originariamente si era ispirato: Pace non trovo (sonetto 104), Benedetto sia il giorno (sonetto 47) e I’ vidi in terra angelici costumi (sonetto 123). Lo stile pianistico del compositore, che passa da momenti travolgenti, densi e articolati a momenti di eterea sospensione, si intreccia a una scrittura vocale di stampo operistico, caratteristica molto peculiare di questa raccolta. Ne sono celebri, tra le altre, interpretazioni quali quelle di Luciano Pavarotti, Dietrich Fischer-Dieskau e Jonas Kaufmann.

Ludovica Gelpi

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