JOHANN CHRISTIAN BACH
Sinfonia in sol minore op. 6
FRANZ JOSEPH HAYDN
Sinfonia n. 39 in sol minore Tempesta di mare Hob:I:39
ROBERT SCHUMANN
Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore Renana op. 97
Direttore
Hartmut Haenchen
Orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova
Johann Christian Bach (1735 – 1782), undicesimo figlio di Johann Sebastian, si legò durante la formazione all’ambiente musicale milanese. Nel 1754 divenne organista del duomo di Milano, e insieme ad altri contemporanei come Luigi Boccherini fu allievo di Giovanni Battista Sammartini. In quegli stessi anni si andava consolidando la pratica della composizione di sinfonie, J.C. Bach fu dunque tra i primi ad affrontare una nuova visione della scrittura orchestrale, e tra gli anni Cinquanta e Sessanta realizzò un totale di circa sessanta tra sinfonie e ouvertures caratterizzate da notevole espressività. La Sinfonia in sol minore appartiene alla serie di sei sinfonie dell’opera 6 composte sul finire degli anni ’60. L’impostazione e la suddivisione strutturale in tre movimenti (veloce – lento – veloce) rappresentano la prima concezione del genere sinfonia, nonché il legame ancora presente con il concerto barocco. Tra i musicisti della Scuola milanese sembra che proprio J.C. Bach abbia particolarmente ispirato Mozart, il colore intenso e l’espressività della scrittura della Sinfonia in sol minore sono sicuramente esempio dei tratti stilistici che hanno determinato questa ispirazione e affinità tra i due compositori.
La Sinfonia n. 39 di Franz Joseph Haydn venne composta tra il 1767 e il 1768. A quel tempo il compositore risiedeva a tempo pieno alla corte degli Esterházy, dove realizzava i suoi lavori su commissione del principe Paul Anton per esecuzioni per lo più private e riservate ad occasioni speciali. La n. 39 è una delle prime sinfonie in tonalità minore di Haydn, per questo e per il carattere singolarmente scuro e intenso le venne poi attribuito il titolo Tempesta di mare. Si tratta a tutti gli effetti anche della prima sinfonia con la quale il compositore si avvicina alla propria fase sturmeriana e quindi ispirata ai moti e agli affetti tipici della corrente artistica Sturm und Drang. Oltre alla innovativa ricerca di maggior pathos espressivo – soprattutto nel primo e nel quarto movimento, accesi da forti contrasti dinamici – con questa Sinfonia Haydn volle sperimentare nuove modalità d’orchestrazione, impiegò ad esempio quattro corni, due in si e due in sol, per poterli sfruttare sia nel primo e nel quarto movimento in sol minore sia nell’Andante e nel Trio, rispettivamente in mi bemolle maggiore e in si bemolle maggiore (un espediente che sarebbe entrato in uso anche da parte di compositori quali J.C. Bach e Mozart). Sul piano espressivo, questa scelta fa sì che anche i movimenti centrali – più legati allo stile galante e rococò – abbiano un colore scuro e affine a quello dell’Allegro assai e del Finale.
La composizione della terza Sinfonia di Robert Schumann, detta Renana, risale al novembre del 1850, la prima esecuzione si tenne il 6 febbraio dell’anno successivo sotto la direzione del compositore. La Sinfonia rappresenta una speciale unione tra la formazione classica e i modelli del passato che ispiravano Schumann e il suo innato spirito romantico, una dicotomia attorno alla quale il compositore aveva approfondito molto la propria ricerca. Da una parte, una scrittura orchestrale a tratti ispirata alla sinfonia classica – soprattutto a Beethoven; dall’altra una struttura formale singolare in cinque movimenti e l’intenzione di evocare la cultura renana quasi realizzando un affresco musicale di quella tradizione, di quei paesaggi. Il primo movimento reca il celebre tema principale dal ritmo che alterna un tempo doppio e uno triplo. Il secondo movimento si intitolava originariamente Mattino sul Reno, la sua espressione è infatti quella di una luminosa e delicata serenità. Il terzo movimento Nicht schnell ha una natura piuttosto intimista e riflessiva, in preparazione del quarto, Feierlich, un adagio dal carattere maestoso, solenne e gotico con il quale Schumann volle omaggiare la consacrazione dell’arcivescovo von Geissel del 30 settembre 1850. La Sinfonia si chiude con un brillante e vivace Finale che cita alcuni temi del primo movimento dando circolarità all’insieme.
Ludovica Gelpi