Cerca
Close this search box.
DO 26/11/2023

Turno F

Ore 15:00 Biglietti non più disponibili
VE 24/11/2023

Turno B

Ore 20:00 Biglietti non più disponibili
DO 19/11/2023

Turno C

Ore 15:00 Biglietti non più disponibili
VE 17/11/2023 (Prima)

Turno A

Ore 20:00 Biglietti non più disponibili
Dove:
Opera Carlo Felice Genova

 

Importante
La Fondazione Teatro Carlo Felice comunica che nell’ambito degli scioperi proclamati dai Sindacati Nazionali per lo “stallo delle trattative per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale dei Lavoratori delle Fondazioni lirico-sinfoniche”, le Organizzazioni Sindacali Fials e Snater hanno confermato lo sciopero per la recita dell’opera Werther prevista per venerdì 17 novembre 2023.

La Fondazione, non potendo assicurare la realizzazione dello spettacolo, annulla la recita di Werther del 17 novembre 2023.

Gli abbonati e i possessori di biglietti potranno assistere alle altre recite in programma il 19, 24 e 26 novembre 2023, oppure richiedere il rimborso. Per ogni informazione la biglietteria del Teatro è a disposizione ai seguenti numeri 010 5381 226 – 432.

 

 

Werther

L’amore tormentato di un protagonista che viene sopraffatto dal suo sentimento

Drame lyrique in quattro atti di Jules Massenet
su libretto di Edouard Blau, Paul Milliet e Georges Hartmann,
dal romanzo di Johann Wolfgang von Goethe

Personaggi e interpreti:

Werther
Jean-François Borras

Albert
Jérôme Boutillier

Le Bailli
Armando Gabba

Schmidt
Roberto Covatta

Johann
Marco Camastra

Charlotte
Caterina Piva

Sophie
Hélène Carpentier

Brühlmann
Emilio Cesar Leonelli  

Kätchen
Daniela Aloisi

Solisti del coro di voci bianche
Maria GuanoLeonardo LoiNicoletta StoraceErica GiordanoDenise CollaSofia MacciòLucilla RomanoAlice ManaraGiulia NastaseVittoria Trapasso

Maestro concertatore e direttore d’orchestra
Donato Renzetti

Regia, scene e costumi
Dante Ferretti

Luci
Daniele Nannuzzi

Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova
in coproduzione con HNK – Croatian National Theatre di Zagabria

Orchestra, Coro di voci bianche e Tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova
Maestro del Coro di voci bianche Gino Tanasini

Direttore allestimenti scenici
Luciano Novelli

Direttore musicale di palcoscenico
Simone Ori

Maestri di sala
Sirio RestaniAntonella Poli

Maestri di palcoscenico
Andrea GastaldoAnna Maria Pascarella

Altro Maestro del Coro
Patrizia Priarone

Maestro alle luci
Riccardo Maria Ricci

Maestro ai sopratitoli
Simone Giusto

Aiuto del Maestro del Coro di voci bianche
Enrico Grillotti

Responsabile archivio musicale
Simone Brizio

Direttore di scena
Alessandro Pastorino

Vice Direttore di scena
Sumireko Inui

Responsabile movimentazione consolle
Andrea Musenich

Caporeparto macchinisti – Coordinatore tecnico di palcoscenico
Gianni Cois

Caporeparto elettricisti
Marco Gerli

Caporeparto attrezzisti
Tiziano Baradel

Caporeparto audio/video
Walter Ivaldi

Caporeparto sartoria, calzoleria, trucco e parrucche
Elena Pirino

Regista collaboratore
Marina Bianchi

Assistente alla regia
Fred Santambrogio

Assistente alle scene
Massimo Razzi

Coordinatore trucco e parrucco
Raul Ivaldi

Scene e attrezzeria
Fondazione Teatro Carlo Felice

Costumi
Tirelli /Trapetti Costumi

Calzature
Un Passo di stile

Sopratitoli a cura di
Enrica Apparuti

Venerdì 10 novembre 2023, nel Primo Foyer del Teatro Carlo Felice, si inaugura la mostra C’era una volta, dove fino a domenica 26 sarà possibile ammirare alcune opere pittoriche di Dante Ferretti (la mostra, composta da 11 opere, sarà visitabile esclusivamente in occasione degli spettacoli di Werther). Scenografo di fama mondiale, Ferretti ha collaborato con registi del calibro di Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, Terry Gilliam, Franco Zeffirelli, Anthony Minghella, Martin Scorsese, Tim Burton e Brian De Palma, vincendo, tra i molti riconoscimenti, tre Academy Awards per la scenografia con The Aviator nel 2005, Sweeney Todd nel 2008 e Hugo Cabret nel 2012. Le sue opere e i suoi bozzetti sono stati esposti agli Academy Awards, alla Smithsonian Institution e al MoMa di New York.

L’opera in breve
di Ludovica Gelpi

La genesi della composizione di Werther si colloca attorno al 1885. Il romanzo epistolare I dolori del giovane Werther di Goethe aveva raggiunto una vastissima diffusione in tutta Europa, e Jules Massenet ne era come molti un grande estimatore. Prima di lui, altri avevano messo in musica il romanzo (come Gaetano Pugnani nel 1790, Rodolphe Kreutzer nel 1792 e Vincenzo Pucitta nel 1802), ma nessuno dei precedenti aveva goduto di grande successo. Nell’85 Massenet, al tempo uno degli operisti francesi più rappresentati così in patria come all’estero, iniziò a lavorare alla composizione con la sceneggiatura di Georges Hartmann su versi di Édouard Blau e Paul Millet. Dopo due anni di lavorazione, l’opera quasi compiuta venne proposta ad uno degli impresari più affermati di Parigi, Léhon Carvalho, che però rifiutò la partitura. La prima mondiale si tenne dunque solo diversi anni dopo a Vienna, nella versione in tedesco, il 16 febbraio 1892. La benedizione definitiva arrivò dopo la ripresa parigina del 1903, a cui seguirono un numero impressionante di rappresentazioni in tutta Europa, facendo di Werther una delle opere di Massenet più amate, insieme alle quasi contemporanee Hérodiade, Manon e Thäis.
Il libretto segue la trama del romanzo, ma alcune delle modifiche hanno un impatto non indifferente sulla drammaturgia dell’opera: il matrimonio di Charlotte e Albert non nasce per amore, ma per una promessa fatta dalla fanciulla alla madre morente (ciò determina un cambiamento della situazione affettiva di Charlotte che, pur non mostrando alcun risentimento nei confronti del marito, di fatto dichiara il proprio amore solo a Werther). Altro importante cambiamento è il dialogo finale tra Werther e Charlotte, quest’ultima infatti riesce a raggiungerlo prima della sua morte e gli dichiara i propri sentimenti. Infine, la presenza significativa del coro di voci bianche rende centrale il tema dell’infanzia e della nostalgia per l’innocenza perduta, definendo un tratto caratteriale cruciale del protagonista. La drammaturgia si sviluppa su più livelli: il nucleo centrale, di natura tragica, è rappresentato da Werther e Charlotte. I due protagonisti sono gli unici personaggi a vivere con piena consapevolezza l’intera vicenda, che si snoda proprio attorno al loro amore e quindi in una dimensione decisamente introversa, rivolta al loro mondo interiore. Albert, dal canto suo, ha una prospettiva singolare: pur non facendone parte, si avvicina a quel mondo interiore intuendo prima i sentimenti di Werther, e in seguito quelli della moglie. (Importante rilevare che, sul finire del terzo atto, Albert invia consapevolmente le proprie pistole a Werther, avendo capito quale sia la loro destinazione d’uso). Sophie a propria volta avverte la sofferenza dei protagonisti, ma non ne afferra la portata. Tutti gli altri personaggi (come il borgomastro, Johann e Schmidt) partecipano agli avvenimenti su un piano del tutto diverso, offrendo un punto di vista benevolmente indifferente – in quanto del tutto inconsapevole – ai tumulti interiori di Werther e di Charlotte. Nello stile di Massenet è insita una grande versatilità, se con i tragici protagonisti il compositore esprime a pieno il proprio talento per il lirismo melodico, con gli altri personaggi è più libero di elaborare altri livelli espressivi, più leggeri e spigliati, a tratti comici. L’impasto orchestrale è denso e vibrante, e restituisce con forza l’intensità emotiva della narrazione, al contempo la presenza di momenti di maggior leggerezza permette una modulazione più ponderata e varia della tensione tragica. La musica di Massenet non venne talvolta apprezzata dalla critica contemporanea perché, in un momento di transizione come la fine dell’Ottocento, quando a Parigi si stavano sviluppando le premesse per le avanguardie di inizio Novecento, il compositore sembrava essere troppo legato a modelli strettamente ottocenteschi come Verdi, Berlioz e Wagner. In Massenet era però viva una cifra sperimentale più sottile, poi ampiamente rivalutata anche dalla critica, che si traduceva proprio nella capacità di rielaborazione e aggiornamento della propria scrittura. Uno degli aspetti più affascinanti dell’opera è la sua collocazione temporale: il romanzo di Goethe (pubblicato nel 1774) si posiziona agli esordi del movimento dello Sturm und Drang, ne è uno dei massimi esempi letterari ed è stato un saldo riferimento per l’arte romantica. La trasposizione musicale di Massenet avviene sul finire del secolo del Romanticismo, e rappresenta una ricca sintesi di quella tradizione romantica ottocentesca che dalla stessa fonte letteraria aveva avuto origine.

Acquistando una card La mia Opera puoi scegliere le recite che più ami. Puoi creare la stagione lirica a tua misura o puoi regalare la card a chi vuoi.

Adori la musica sinfonica? È il momento di scoprire I miei Concerti, la card per creare la tua stagione sinfonica personalizzata oppure da regalare a chi vuoi.