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VE 26/01/2024 Ore 11:30 Biglietti non più disponibili
Dove:
Teatro Auditorium Eugenio Montale

Costo del biglietto unico: 5 euro

 

 

Concerto per il Giorno della Memoria

Sulle note di Viktor Ullmann il baritono Filippo Rotondo è accompagnato al pianoforte da Dario Bonuccelli

Viktor Ullmann, con le note contro l’inferno

Intervento di Massimo Arduino
Musicologo e Presidente dell’Associazione Teatro Carlo Felice

VIKTOR ULLMANN

Die Weise von Liebe und Tod des Cornets Christoph Rilke
(Il canto d’amore e morte dell’alfiere Christoph Rilke)

Baritono
Filippo Rotondo

Pianoforte
Dario Bonuccelli



Die weise von liebe und Tod des cornets Christoph RilkeIl canto d’amore e morte dell’alfiere Christoph Rilke – è una raccolta di dodici brani tratti dall’omonimo poema di Rainer Maria Rilke, che Viktor Ullmann realizzò nel 1942. Il compositore trasse dodici brani dai ventisei che costituiscono il poema di Rilke, inizialmente con l’obiettivo di scrivere per voce e orchestra. Solo il primo brano venne interamente orchestrato, mentre per l’orchestrazione dei successivi Ullmann lasciò indicazioni piuttosto dettagliate. Il poema di Rilke, scritto nel 1899, venne pubblicato nel 1906, per poi essere modificato e stampato nella nuova versione nel 1912. Il poeta rievoca la vicenda di un suo antenato, Christoph, morto in Ungheria nel 1663, combattendo in una Crociata contro i Turchi. Nell’immaginazione del poeta il giovane Christoph, appena diciottenne, è un idealista, orgoglioso del suo ruolo di alfiere, porta bandiera, e proprio per difendere la bandiera morirà sul campo. I temi principali sono il desiderio, anche nella forma della nostalgia, e la morte, la scrittura è in prosa, ma si sviluppa in modo tale da avere quasi una vera a propria metrica, ecco perché il testo si può definire poema. (Anche per questa versatilità l’opera si prestava particolarmente ad essere messa in musica). Sebbene il Cornets fosse stato scritto diversi anni prima, e la poetica di Rilke non sia legata ad avvenimenti contingenti, il poema ebbe grandissimo successo proprio negli anni della Grande Guerra, quando i soldati portavano con loro il libricino al fronte, e forse si rivedevano nel protagonista, e nelle molte suggestioni nostalgiche che vengono evocate attorno a lui.
Anche Ullmann, che conosceva e amava il testo di Rilke, decise di metterlo in musica in circostanze tragiche, era infatti il luglio del 1944, e il compositore era detenuto nel campo di concentramento di Theresienstadt, da dove sarebbe stato trasferito di lì a pochi mesi per trovare la morte ad Auschwitz. Ullmann era stato prima un volontario al fronte durante la Prima Guerra Mondiale, e poi attivo come compositore e direttore d’orchestra tra Vienna e Praga, fino al 1942, quando venne catturato dai nazisti. Nonostante i deportati a Theresien vivessero le terribili condizioni che si verificavano in tutti i campi di concentramento, in quel campo erano assai favorite tutte le attività culturali e artistiche, non a caso era il luogo dove più spesso venivano deportati artisti, scrittori e musicisti. Fu in quel contesto terribile che Ullmann continuò a comporre tra il 1942 e il 1944, e ad oggi rimangono ventiquattro manoscritti da lui composti nel periodo di prigionia. Tra i molti concerti che si tenevano nel campo, la stessa Die weise von liebe und Tod des cornets Christoph Rilke venne eseguita più volte, nella versione per canto e piano. Queste ed altre attività artistiche venivano promosse a fini propagandistici (la propaganda era e ad oggi rimane un aspetto di fondamentale importanza per qualsiasi regime totalitario). L’immagine del regime deve essere attentamente costruita e comunicata per manipolare le masse in modo più efficacie possibile. Il triste caso di Theresienstadt si inscriveva a pieno nel programma propagandistico dei nazisti, i quali nascondevano le atrocità della vita nel campo dietro all’immagine di un luogo in cui si produceva arte in svariate forme, letteratura, teatro, musica. Inoltre, la promozione delle attività di Theresientadt si rifletteva ‘positivamente’ anche sugli altri campi, che potevano così essere visti come luoghi di reclusione in cui i detenuti venivano solo ‘riformati’. Oggi, consapevoli delle atrocità dell’Olocausto, abbiamo uno straordinario esempio di come l’arte non possa essere davvero incanalata ai fini di una comunicazione deviante: il messaggio che Ullmann ci lascia, con Die weise von liebe und Tod des cornets Christoph Rilke risuona forte e chiaro.

Ludovica Gelpi

«Devo sottolineare che Theresienstadt è servita a stimolare, non ad impedire, le mie attività musicali; che in nessun modo ci siamo seduti sulle sponde dei fiumi di Babilonia a piangere; che il nostro rispetto per l’Arte era commensurato alla nostra voglia di vivere. Ed io sono convinto che tutti coloro, nella vita come nell’arte, che lottano per imporre un ordine al Caos, saranno d’accordo con me.»
Viktor Ullmann

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