Cerca
Close this search box.
MA 17/12/2024

Turno B

Ore 20:00 Biglietti non più disponibili
DO 15/12/2024

Turno C

Ore 15:00 Biglietti non più disponibili
VE 13/12/2024 (Prima)

Turno A

Ore 20:00 Biglietti non più disponibili
Dove:
Teatro Carlo Felice

 

Durata:
Prima parte: 60 minuti
Intervallo: 25 minuti
Seconda parte: 55 minuti
Durata complessiva: 2 ore e 20 minuti

 

 

Il cappello di paglia di Firenze

Giampaolo Bisanti alla direzione della farsa musicale di Nino Rota. Regia di Damiano Michieletto

Farsa musicale in quattro atti di Nino Rota, libretto proprio e di Ernesta Rinaldi dalla commedia Un chapeau de paille d’Italie di Eugène Labiche e Marc Michel

Nuova versione dell’allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova in collaborazione con l’Opéra Royal de Wallonie-Liège

Personaggi e interpreti:

Fadinard
Marco Ciaponi

Nonancourt
Nicola Ulivieri

Beaupertuis/Emilio
Paolo Bordogna

Lo zio Vezinet
Didier Pieri

Felice
Gianluca Moro

Achille di Rosalba/Una guardia
Blagoj Nacoski

Un caporale delle guardie
Franco Rios Castro

Elena
Benedetta Torre

Anaide
Giulia Bolcato

La modista
Marika Colasanto

La Baronessa di Champigny
Sonia Ganassi

Minardi
Federico Mazzucco

Maestro concertatore e direttore
Giampaolo Bisanti

Regia
Damiano Michieletto

Scene
Paolo Fantin

Costumi
Silvia Aymonino

Luci
Luciano Novelli

Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova
Maestro del Coro Claudio Marino Moretti

Direttore allestimenti scenici
Luciano Novelli

Direttore musicale di palcoscenico
Simone Ori

Maestri di sala
Sirio Restani, Antonella Poli

Maestri di palcoscenico
Andrea Gastaldo, Anna Maria Pascarella

altro Maestro del Coro
Patrizia Priarone

Maestro alle luci
Luca Salin

Maestro ai sopratitoli
Simone Giusto

Assistente alla regia
Paola Ornati

Responsabile archivio musicale
Simone Brizio

Direttore di scena
Alessandro Pastorino

Vice Direttore di scena
Sumireko Inui

Responsabile movimentazione consolle
Andrea Musenich

Caporeparto macchinisti
Gianni Cois

Caporeparto elettricisti/cabina luci
Marco Gerli

Caporeparto attrezzisti
Tiziano Baradel

Caporeparto audio/video
Walter Ivaldi

Caporeparto sartoria, calzoleria, trucco e parrucche

Elena Pirino

Coordinatore trucco e parrucco
Raul Ivaldi

Scene e attrezzeria
Fondazione Teatro Carlo Felice

Costumi
Low Costume-Sartoria Nori-Tirelli

Calzature
Pompei

Parrucche
Mario Audello

Sopratitoli a cura di
Enrica Apparuti

L’opera in breve
di Ludovica Gelpi

Nino Rota è spesso associato alle moltissime colonne sonore di grande successo da lui composte tra gli anni Trenta – quando appena ventiduenne compose le musiche per Treno popolare di Raffaello Matarazzo – e gli anni Settanta. Tra le più note quelle realizzate per Federico Fellini come Giulietta degli spiriti e Amarcord, o per Francis Ford Coppola (The Godfather part I e part II). Il suo catalogo ospita però anche un gran numero di composizioni che spaziano dalla musica per pianoforte alla musica da camera e ancora alla musica sinfonica e a undici titoli di teatro musicale – Il cappello di paglia di Firenze è tra questi ultimi il più fortunato.
Era il 1945 e in un’Italia sconvolta dalla guerra Rota aveva una carriera compositiva avviata. In ambito operistico aveva già realizzato tre lavori: Il principe porcaro (composto a soli tredici anni nel 1925, rappresentato postumo nel 2003), Ariodante (1942) e Torquemada (1943). Rispetto ai recenti Ariodante e Torquemada, il compositore volle con Il cappello realizzare qualcosa di nuovo, sia in ambito tematico esplorando il genere buffo, sia ampliando il suo linguaggio compositivo. Insieme alla madre Ernesta Rinaldi, autrice e musicista, Rota lavorò quindi all’adattamento a libretto d’opera della commedia Un chapeau de paille d’Italie di Eugène Labiche e Marc Michel, del 1851. Si trattava di una farsa in cinque atti particolarmente calzante come soggetto per una trasposizione operistica, avendo già in sé molti degli aspetti narrativi tipici dell’opera buffa sette-ottocentesca, a partire dai personaggi: due giovani sposi innamorati, un suocero burbero e contrario alla loro unione, un’improbabile coppia di amanti clandestini, un marito geloso, uno zio sordo, e così via. Un espediente semplice e bizzarro come la necessità di trovare un cappello di paglia di Firenze diventa il punto di partenza ideale per creare infinite possibilità comiche e situazioni sempre più esilaranti. Nell’adattamento Rota-Rinaldi la suddivisione è in quattro atti, ma salvo alcune modifiche minori la trama è fedele all’originale di Labiche e Michel.
Il ritmo è un elemento centrale, punto chiave drammaturgico e musicale. Dal principio della narrazione appare chiaro il carattere brillante dell’opera, il primo atto già procede in modo sostenuto, Fadinard racconta allo zio Vézinet l’incidente del cappello, arrivano Anaide ed Emilio, poi Elena e Nonancourt e inizia la rocambolesca “caccia al cappello” del protagonista. Il secondo atto si fa più denso con una parte iniziale nell’allegro negozio della modista e poi la chiassosa e farsesca visita al palazzo della baronessa. Il terzo atto, ancora più assurdo, si svolge a casa del prima sconsolato e poi iroso Beaupertuis per finire con il vorticoso andirivieni in piazza dell’ultimo atto. E proprio nel ritmo dell’opera si trova il suo cuore comico, nella pulsazione continua e sempre più frenetica, nella tenacia via via più folle di Fadinard, nell’ostinazione del corteo di nozze che segue ciecamente il protagonista generando scompiglio in ogni dove. Al ritmo drammaturgico si coniuga alla perfezione quello del discorso musicale, nel quale Rota sfoggia una ricchissima gamma di sfumature. Si tratta di una scrittura profondamente legata alla tradizione su un piano tecnico, esclusivamente tonale e lontana dalla ricerca che vedeva impegnati molti contemporanei attorno a nuove tecniche compositive. La “premessa tradizionale” è qui l’opera del Settecento e dell’Ottocento, che Rota rilegge e reinterpreta con uno sguardo nuovo e luminoso, facendo anche tesoro dell’esperienza maturata in ambito cinematografico. In particolare, la caratterizzazione quasi stereotipata dei personaggi viene sfruttata dal compositore per creare un affresco gioioso e ironico della storia dell’opera, citando tramite i diversi personaggi vari stili da Mozart, a Rossini a Donizetti.
La prima rappresentazione del Cappello di paglia di Firenze si tenne il 21 aprile 1955, dieci anni dopo la composizione. La calorosa accoglienza suscitò molta curiosità attorno all’opera, che venne presto ripresa anche da registi illustri come Giorgio Strehler e Pierluigi Pizzi diventando uno dei titoli più amati del compositore e un esempio unico nel suo genere di opera buffa novecentesca.

Acquistando una card La mia Opera puoi scegliere le recite che più ami. Puoi creare la stagione lirica a tua misura o puoi regalare la card a chi vuoi.

Adori la musica sinfonica? È il momento di scoprire I miei Concerti, la card per creare la tua stagione sinfonica personalizzata oppure da regalare a chi vuoi.