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DO 16/06/2024 Ore 11:00 Biglietti non più disponibili
Dove:
Teatro Carlo Felice – Primo foyer

Durata:
Durata complessiva senza intervallo 51 minuti

 

 

 

Lullaby

Valentina Irlando, Andrea Solinas e l’Orchestra dell’Opera Carlo Felice in un programma dedicato al violoncello

ENRICO MELOZZI
Armonie su un tema persiano per violoncello e orchestra

MAX BRUCH
Kol Nidrei per violoncello e orchestra op. 47

WOLFGANG AMADEUS MOZART
Serenata per fiati n. 12 in do minore Nachtmusik K 388

DMÍTRIJ ŠOSTAKÓVIČ
Preludio per due violoncelli e orchestra
(trascrizione a cura di Raffaele Cecconi)

CAMILLE SAINT-SAËNS
Il cigno per due violoncelli e orchestra
(trascrizione a cura di Raffaele Cecconi)

VALENTINA IRLANDO
Lullaby per violoncello e orchestra

Violoncello Valentina Irlando 

con la partecipazione di Federico Romano (Violoncello)

Direttore Andrea Solinas

Orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova

Il programma di Lullaby si apre con Armonie su un tema persiano di Enrico Melozzi – polistrumentista, compositore e direttore d’orchestra contemporaneo. Il brano, pubblicato nella versione per violoncello ed orchestra nel 2021, fa parte della ricerca del compositore attorno all’armonizzazione di temi popolari di diversa provenienza (come lavori quali Armonie su un tema Partigiano e Armonie su un tema albanese). Il tema, nostalgico ed esotico, affidato al violoncello che lo espone al principio, viene armonizzato e amplificato nel dialogo con l’orchestra.
Anche Kol Nidrei di Max Bruch, per violoncello e orchestra, si ispira a melodie già esistenti, in questo caso ebraiche. Il brano, composto nel 1880 ed eseguito per la prima volta l’anno successivo, è in un movimento unico ma suddiviso in due sezioni. Il titolo Kol Nidrei significa “tutte le promesse”, si tratta delle prime parole della preghiera d’apertura dello Yom Kippur (il giorno dell’espiazione). Così la musica di Bruch sembra raccontare il processo di espiazione che vede nella prima sezione in re minore una riflessione dolorosa, poi seguita dal luminoso re maggiore di una preghiera ricca di speranza.
La Serenata n. 12 di Mozart risale al 1782, ma non si hanno notizie delle circostanze della composizione o della prima esecuzione. Realizzata per un organico di soli fiati, la Serenata rispecchia i tratti stilistici del primo periodo viennese di Mozart. L’Allegro iniziale in forma sonata si apre con un tema solenne e ricco di tensione in do minore, segue un Andante sognante e malinconico. Il Menuetto in canone, con il consueto ritmo danzante, riporta in modo lieve al turbamento dell’Allegro, ripreso anche nel movimento finale, un tema con variazioni.
Il Preludio per due violoncelli di Šostakóvič viene in questa occasione eseguito nella trascrizione per due violoncelli e orchestra di Raffaele Cecconi. Composto durante la giovinezza, il brano fa parte dell’ampio catalogo di musica da camera di Šostakóvič, un repertorio molto affine alla sensibilità del compositore. I due violoncelli cantano insieme, su due linee a distanza di quinta o di terza perfettamente complementari. La sonorità calda e graffiante dei violoncelli si fa veicolo di una melodia di lirico patetismo.
Il cigno (Le cygne) è uno dei più celebri brani del Carnaval des animaux di Camille Saint-Saëns. Il compositore si dedicò alla suite nel 1886 per un’esecuzione privata, non poteva immaginare che il Carnevale sarebbe diventato il suo più grande successo. Ciascuno dei quattordici brani ha una natura descrittiva, ma gli animali rappresentati fungono anche da pretesto per sperimentare tra diversi stili musicali con umorismo. Il cigno, brano dolce e sognante, ritrae l’andamento elegante e leggero dell’animale. Sottilmente ironico, Saint-Saëns voleva prendersi gioco della tendenza all’eccesso melodico di certa musica romantica. Il brano viene eseguito nella trascrizione per due violoncelli e orchestra di Raffaele Cecconi.
Il concerto si chiude con Lullaby, per violoncello e orchestra, di Valentina Irlando. La giovane violoncellista e compositrice presenta un brano dalla melodia malinconica e intensa, dove ancora una volta la sonorità del violoncello si fa protagonista di un’espressione di grande immediatezza.

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