CHARLES IVES
German Songs
per mezzosoprano e pianoforte
Mezzosoprano
Daniela Aloisi
LEONARD BERNSTEIN
I hate music
per soprano e pianoforte
La Bonne Cuisine
per soprano e pianoforte
Two love songs
per soprano e pianoforte
Soprano
Adelaide Minnone
DOMINICK ARGENTO
Miss Manners on Music
Soprano
Eleonora Ronconi
Pianoforte
Claudio Marino Moretti
Le German Songs di Charles Ives risalgono al suo primo periodo di attività, gli anni Novanta dell’Ottocento, quando il compositore frequentava l’Università di Yale. Non ancora affermatosi come una delle voci più interessanti del Novecento americano, Ives compose poco meno di venti canzoni su testi di vari poeti tedeschi, con una scrittura musicale già interessante e personale. Le canzoni sarebbero state pubblicate nel 1922 nella raccolta 114 Songs, nella versione tradotta in inglese. In Weil’ auf mir, du dunkles Auge (Perché su di me, occhio scuro), Du alte Mutter (Tu, vecchia madre), Feldeinsamkeit (Solitudine nei campi), Ich grolle nicht (Non provo rancore), da testi di Nikolaus Lenau, Edmund Lobedanz, Hermann Allmers ed Heinrich Heine, emergono chiaramente il riferimento alla tradizione americana e le prime tensioni allo sperimentalismo, alle quali presto Ives si sarebbe abbandonato, mostrando una speciale affinità con le avanguardie europee, contribuendo alla formazione di una nuova tradizione americana novecentesca.
Le raccolte I hate music, La Bonne Cuisine e Two love songs, di Leonard Bernstein, risalgono agli anni Quaranta, rispettivamente al 1943, al 1947 e al 1949. I hate music è una raccolta di cinque canzoni, e reca il sottotitolo Un ciclo ci cinque canzoni per bambini per soprano e pianoforte. I testi, scritti da Bernstein, sono poesie leggere e spiritose ispirate al mondo del’infanzia, nelle quali l’autore osserva la realtà da un punto di vista infantile e irriverente. Nella breve nota d’autore introduttiva, Bernstein scrive: «Nell’esecuzione di queste canzoni, la timidezza deve essere assiduamente evitata. La dolcezza naturale e non forzata delle espressioni infantili non può mai essere abbellita con successo; piuttosto, essa si manifesterà attraverso la musica in proporzione alla dignità e alla sofisticata comprensione del cantante». Con La Bonne Cuisine, quattro ricette per voce e pianoforte, il compositore sperimenta la scrittura di quattro canzoni non su testi poetici, bensì su altrettante ricette culinarie, ricavate da un ricettario di cucina francese di Émilie Dumont. La linea vocale declama con profondo intento le diverse preparazioni, passando dal budino di prugne allo stufato di lepre, mentre la linea del pianoforte accentua l’effetto comico e straniante amplificando la seria declamazione soprattutto attraverso l’aspetto ritmico, in un insieme di riferimenti che spaziano dal jazz alla musica per film alle avanguardie contemporanee. I testi delle Two love songs, Extinguish my eyes e When my soul touches yours, sono due poesie di Rainer Maria Rilke, riprese da Bernstein nella traduzione in inglese di Jessie Lemont. Anche in questo caso il compositore sperimenta la commistione di diversi stili, ma con un intento più lirico e adatto allo sguardo profondo attraverso il quale il poeta Rilke descrive il sentimento dell’amore.
Miss Manners on Music, di Dominick Argento e su testi di Judith Martin, risale al 1998. La raccolta, per mezzosoprano e pianoforte, si compone di un prologo e sei lettere ispirate alle pagine dei quotidiani in cui i lettori possono scrivere ad un esperto per avere risposta circa diversi dubbi. Qui l’esperto è Miss Manners, ovvero la “Signorina Buone Maniere”. I lettori le scrivono cercando consigli sulle buone maniere da adottare in diversi contesti musicali, come i concerti in chiesa, i concerti di musica contemporanea e le serate all’opera e al balletto. La sagace Miss Manners risponde con grande appropriatezza, arrivando solo nel finale a confessare di preferire un pubblico vivace e scanzonato ad un pubblico troppo compassato (mentre immagina sé stessa come acclamata protagonista di un’opera). La lineare e pulita scrittura di Argento riprende il canone di raffinatezza che la protagonista rappresenta, arrivando ad un apice parodistico di tensione lirico-drammatica – sia nella linea vocale, sia in quella pianistica – proprio nelle ultime due lettere, quelle a cui Miss Manners risponde lasciandosi andare all’inaspettata confessione.
Ludovica Gelpi