Commedia lirica in tre atti di Giuseppe Verdi, libretto di Arrigo Boito dalla commedia The Merry Wives of Windsor e dal dramma The History of Henry the Fourth di William Shakespeare
Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova
Personaggi e interpreti:
Sir John Falstaff
Ambrogio Maestri
Ford
Ernesto Petti
Fenton
Galeano Salas
Dottor Caius
Blagoj Nacoski
Bardolfo
Cristiano Olivieri
Pistola
Luciano Leoni
Alice Ford
Erika Grimaldi
Nannetta
Caterina Sala
Mrs. Quickly
Sara Mingardo
Mrs. Meg Page
Paola Gardina
Maestro concertatore e direttore
Riccardo Minasi
Regia
Damiano Michieletto
Scene
Paolo Fantin
Costumi
Carla Teti
Luci
Alessandro Carletti
Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova
Maestro del coro Claudio Marino Moretti
Falstaff è l’ultima opera di Giuseppe Verdi, composta tra il 1890 e il 1893 su libretto di Arrigo Boito da The Merry Wives of Windsor di William Shakespeare. La commedia lirica, in tre atti, ha un solo precedente nel repertorio del compositore, Un giorno di regno, risalente agli anni giovanili. Con Falstaff Verdi, ormai ottantenne, si assicurò un ultimo grande successo anche nel genere dell’opera buffa. La prima rappresentazione si tenne al Teatro alla Scala il 9 febbraio 1983, tra il pubblico sedevano i più celebri compositori e artisti del tempo, sul palco si esibì un cast d’eccezione e Falstaff riscosse sin da subito amplissimi consensi. La scelta del soggetto shakespeariano si deve a Boito, che per primo propose la commedia al compositore. La collaborazione tra i due funzionava molto bene, così che Verdi non ebbe niente da ridire sulle prime bozze del libretto e iniziò la composizione con grande entusiasmo. Rispetto alla commedia originaria, vennero effettuati solo i tagli necessari alla trasposizione. La trama si svolge attorno all’anziano protagonista, Sir John Falstaff, il quale tenta di sedurre per corrispondenza due ricche dame, che però ordiscono presto un inganno per smascherare lo sfacciato, coinvolgendo anche gli altri personaggi. Nell’allegro finale tutti si riappacificano, e tra i festeggiamenti il protagonista canta il suo celebre inno alla commedia: «Tutto nel mondo è burla!». Nonostante la collocazione all’interno del catalogo verdiano, l’opera è un incredibile esempio di innovazione stilistica, con Falstaff Verdi introduce un linguaggio lirico nuovo, che sembra voler salutare definitivamente il melodramma ottocentesco per aprire la strada ad un modo nuovo di intendere l’opera.