LUDWIG VAN BEETHOVEN
Ouverture Coriolano op. 62
RICHARD STRAUSS
Duetto-Concertino per clarinetto, fagotto e orchestra
WOLFGANG AMADEUS MOZART
Sinfonia n. 36 do maggiore Linz K. 425
Clarinetto
Corrado Orlando
Fagotto
Luigi Tedone
Direttore
Riccardo Minasi
Orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova
Il programma esplora le sonorità della cultura mitteleuropea in un percorso attraverso alcune delle tante sfaccettature che l’hanno caratterizzata nel corso dei secoli.
L’Ouverture Coriolano era stata composta nel 1807, per essere eseguita come intermezzo durante la messa in scena della tragedia Coriolano del drammaturgo austriaco Heinrich Joseph von Collin, anche se non venne poi proposta in quel contesto, ma come brano da concerto autonomo. Nonostante la struttura formale sia realizzata indipendentemente dall’azione teatrale, fu proprio alla vicenda di Coriolano che Beethoven si ispirò per comporre il brano. La tragedia di Collin prendeva le mosse dalla storia di Gneo Marcio Coriolano, raccontata nelle Vite parallele di Plutarco, proprio come l’omonima tragedia shakespeariana. Gneo Marcio Coriolano, comandante romano, sconfisse i Volsci di Corioli – da qui il soprannome Coriolano – ma, profondamente offeso da una congiura contro la sua nomina a console, decise di guidare la rivolta degli stessi Volsci contro Roma, fermandosi solo una volta giunto alle porte della città, grazie alle suppliche della madre e della moglie. Nella versione di Shakespeare, Coriolano viene assassinato dai Volsci a seguito dello scioglimento dell’esercito, mentre la tragedia di Collin termina con il suicidio del protagonista, tormentato dal desiderio di vendetta e dal senso di colpa. La musica di Beethoven condivide diversi aspetti con la coeva Sinfonia n. 5, come la tonalità di do minore, l’intensità drammatica, l’importanza fondamentale del ritmo, la tensione quasi costante, il senso del contrasto. La forma che Beethoven adotta, la forma-sonata, rappresenta per natura un contrasto tra temi, che in questo caso assume una particolare vena di eroismo epico.
Il Duetto-concertino per oboe, fagotto e archi di Strauss è stato composto nel 1947 per l’Orchestra della Radio Svizzera Italiana. Tra le ultime composizioni di Strauss, il Duetto-concertino è una pagina leggera e ironica, e si articola in tre movimenti – Allegro moderato, Andante e Rondò – in cui i due strumenti solisti dialogano tra di loro e con l’orchestra d’archi, secondo un gusto, almeno formalmente, quasi settecentesco. Strauss esalta le qualità timbriche dei due strumenti, in particolare al clarinetto viene affidato un ruolo protagonista nel primo movimento, mentre il fagotto è centrale nel secondo; il terzo movimento è invece il momento dell’incontro tra i due. Il brano segna un momento molto delicato, sia per Strauss sia per la cultura tedesca, con la fine della guerra, di un regime, e tutte le relative complesse implicazioni; per questo è importante sottolineare il contenuto musicale della sua scrittura, che tende in questo momento più che mai alla somma, al riassunto di un insieme di valori che nel bene e nel male hanno fatto il loro corso, e devono lasciare spazio a un ‘dopo’.
La Sinfonia Linz nasce nel 1783, durante un breve soggiorno nell’omonima città. Mozart era in viaggio tra Salisburgo e Vienna, si fermò a Linz ospite di un amico, il conte Joseph Anton Thun, e compose questa sinfonia in soli quattro giorni perché potesse essere eseguita nel teatro della città in un concerto organizzato da Thun e a lui dedicato. L’organico è molto ricco, e la struttura in quattro tempi si caratterizza per l’inserimento di un’introduzione lenta all’inizio del primo movimento. Il colore d’insieme è molto vivace e festoso, anche grazie alla tonalità d’impianto, do maggiore e all’introduzione di corni e timpani nel movimento lento, solitamente affidato ai soli archi. I primi anni Ottanta segnano un momento di svolta nella scrittura sinfonica di Mozart, che da lì in avanti sarà sempre più personale e caratterizzata, la Linz ne è un chiarissimo esempio.
Ludovica Gelpi