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VE 26/05/2023 Ore 21:00 Biglietti non più disponibili
Dove:
Chiesa di San Giovanni Battista, Monterosso al Mare

Mozart l’italiano

Il Maestro Vanni Moretto, con l’orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova, per Liguria Musica

CARL FRIEDRICH ABEL / WOLFGANG AMADEUS MOZART
Sinfonia n. 6 in mi bemolle maggiore op.7
(già Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore K. 18)

NICCOLÒ ANTONIO ZINGARELLI
Sinfonia a grand’orchestra in do minore
(prima esecuzione in tempi moderni)

BONIFAZIO ASIOLI
Sinfonia in do minore / maggiore
(prima esecuzione in tempi moderni)

JOHANN CHRISTIAN BACH
Sinfonia in re maggiore op. 18 n. 4

WOLFGANG AMADEUS MOZART        
Sinfonia n. 26 in mi bemolle maggiore K. 184


Direttore
Vanni Moretto

Orchestra dell’Opera Carlo Felice Genova

Il ciclo di concerti Mozart l’italiano indaga il rapporto significativo tra la tradizione sinfonica italiana e la scrittura di Mozart. In questo appuntamento alle sinfonie n. 3 e n. 26 di Mozart si accostano due sinfonie italiane, rispettivamente di Niccolò Antonio Zingarelli e Bonifazio Asioli, in prima esecuzione in tempi moderni, e una sinfonia di Johann Christian Bach, detto il “Bach di Milano”.

La Sinfonia n. 3 K. 18 fu per lungo tempo attribuita a un giovanissimo Mozart, figurava infatti sul manoscritto la sua firma. In seguito si realizzò che con buona probabilità la composizione fosse di Carl Friedrich Abel, compositore tedesco del primo Classicismo. La stessa sinfonia fu poi trascritta da Mozart nel 1764 con alcune variazioni nell’organico, in particolare la sostituzione degli oboi con i clarinetti. Operazioni di trascrizione come questa, con aggiornamento dell’organico o varianti stilistiche e formali, erano molto frequenti negli anni di formazione e permettevano al giovane compositore di studiare approfonditamente diverse partiture e sperimentare in prima persona varie tecniche compositive.
Niccolò Antonio Zingarelli (1752 – 1837) è stato un grande esponente della Scuola napoletana. Si è dedicato principalmente al teatro musicale, componendo circa 38 titoli operistici di discreto successo. Attivo tra Napoli, Milano e Roma, fu maestro tra gli altri di Saverio Mercadante e di Vincenzo Bellini. Intensa è anche la sua produzione di musica sacra, con una scrittura di discendenza palestriniana e influenze del moderno stile concertante. La Sinfonia a grand’orchestra in do minore è alla sua prima esecuzione in tempi moderni. La singolare struttura in un movimento, Larghetto, lascia aperta la possibilità che la sinfonia non sia nata come composizione a sé stante, bensì come sinfonia d’apertura per un’opera.

Contemporaneo di Zingarelli, Bonifazio Asioli fu didatta, teorico e compositore. Nel suo catalogo figurano 9 titoli di teatro musicale, svariati titoli di musica sacra, cantate, musica da camera e tre sinfonie. Asioli aveva una particolare sensibilità ritmica e un buon talento nell’orchestrazione, tratti che emergono chiaramente anche nelle composizioni in cui la musica strumentale non è elemento protagonista. La Sinfonia in do viene eseguita per la prima volta in tempi moderni, ed ha una particolare struttura in due movimenti. Il primo si apre con un Adagio introduttivo che conduce all’Allegro, mentre il secondo è in forma di tema con variazioni.

La Sinfonia in re maggiore op. 18 n. 4 di Johann Christian Bach, figlio minore di Johann Sebastian, venne pubblicata nel 1781. Il compositore visse per lungo tempo a Milano, dove fu anche organista del Duomo dal 1760, e assorbì largamente lo stile sinfonico italiano, tanto da essere chiamato “il Bach di Milano”. Nella Sinfonia in re maggiore all’influenza italiana – sempre evidente nella struttura in tre movimenti – si unisce quella francese, che appare soprattutto in certi tratti dell’Allegro iniziale. L’Andante è un arrangiamento dall’ouverture di Temistocle, dal carattere pastorale ed evocativo, mentre il Rondò finale riporta alla tonalità d’impianto con leggerezza e brio.

La Sinfonia n. 26 K. 184 appartiene ad un gruppo di tre sinfonie delle quali non si hanno indicazioni certe circa la data di composizione. Molto probabilmente risalgono al 1773, nel periodo in cui Mozart era di ritorno dal suo terzo viaggio in Italia. È possibile che la Sinfonia n. 26 gli fosse stata commissionata proprio a Milano, infatti diversi sono i tratti che si rifanno alle sinfonie per opera in stile italiano. I tre movimenti non hanno da capo, sono continuativi – senza cadenze alla fine di ciascun movimento nella tonalità d’impianto – e hanno una spiccata vena drammatica. È indicativo il fatto che solo pochi mesi prima Mozart aveva ultimato Lucio Scilla, opera di stampo italiano messa in scena proprio al Teatro Regio Ducale di Milano; senz’altro anche questa recente esperienza compositiva ha influito sulle scelte stilistiche che caratterizzano la Sinfonia n. 26 e che rimandano così specificamente al teatro musicale italiano.

Ludovica Gelpi




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