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DO 19/03/2023 Ore 11:00 Biglietti non più disponibili
Dove:
Opera Carlo Felice Genova – 1° Foyer
Biglietti
Interi: 10 euro
Under 18: 5 euro
 
Al termine del concerto viene offerto un aperitivo al pubblico
 
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Novecenti Chansons italiche

Claudio Marino Moretti per gli appuntamenti con il novecento europeo: Gabriel Fauré e Gian Francesco Malipiero

GIAN FRANCESCO MALIPIERO

Le stagioni italiche

GABRIEL FAURÉ

La chanson d’Eve

Mezzosoprano
Manuela Custer



Pianoforte
Claudio Marino Moretti

Il programma di NOVECENTI Chansons italiche propone una selezione di liriche per voce e pianoforte di Gian Francesco Malipiero e di Gabriel Fauré. I due compositori, accomunati dal fatto di avere una radicata identità culturale, hanno enormemente contribuito rispettivamente alla tradizione cameristica italiana e a quella francese.

Le stagioni italiche è una raccolta di quattro brani per voce e pianoforte che Gian Francesco Malipiero compose nel 1923, e che venne eseguita per la prima volta nel settembre del 1925 da Spinella Agostini e Alfredo Casella. La raccolta è costituita da quattro brani: Lauda per un morto, su testo di Brunetto Latini, Canto della neve, dai Canti carnevaleschi di autore ignoto, Capriccio, su testo di Francesco De Lemene e Ditirambo terzo, dalle Laudi di Gabriele D’Annunzio. Delle Stagioni italiche Malipiero diceva: «rappresentano un lungo e felicissimo viaggio attraverso la nostra poesia… Corrispondono a ciò che volevo trovare, ma in realtà sono la sintesi di centomila altre liriche che agitano e purificano, accendendo i lumi dello spirito». Possiamo dunque intendere questa raccolta come un’antologia ideale, in cui Malipiero esplora, attraverso la sua musica una ‘storia in sintesi’ della poesia italiana. Proprio in virtù di questa natura antologica, in cui si accostano stili, sentimenti e pensieri assai diversi, la scrittura musicale è molto varia e vi si ravvisano molti aspetti dell’inconfondibile linguaggio di Malipiero. Tra questi, la grande libertà strutturale e ritmica, l’andamento imprevedibile e rapsodico, e la ricca varietà di influenze, dal canto gregoriano alla monodia cinquecentesca, per giungere alla musica di Debussy e Ravel. Malipiero riprende a modo proprio quella che a inizio Novecento fu una tendenza molto comune, ovvero l’utilizzo di forme e generi che aveva caratterizzato la musica rinascimentale, barocca e classica, riletti in chiave contemporanea.

La chanson d’Eve è un ciclo di dieci canzoni per voce e pianoforte. Fauré trasse ispirazione dall’omonima raccolta del poeta belga Charles Van Leberghe, che mise in musica tra il 1906 e il 1910. Le dieci canzoni vennero eseguite in momenti diversi, mentre la pubblicazione della raccolta avvenne nel 1911. I testi hanno un carattere molto lirico e descrittivo, attraverso gli occhi di Eva, in un percorso che va dalla sua nascita alla sua morte, il poeta scrive un suggestivo inno alla natura come creazione divina, e a Dio. Le ultime due liriche, Crépuscule e O mort, poussière d’étoiles, hanno invece un tono più riflessivo, con il presentimento della fine e l’evocazione della morte. Dalla musica di Fauré emerge a pieno la grande raffinatezza armonica di gusto squisitamente francese. Il compositore era stato allievo di Saint-Saëns e poi maestro di Ravel, e si colloca in una tradizione musicale che è inscindibile dalla cultura francese. Il vastissimo catalogo di musica da camera, il genere più frequentato da Fauré, è particolarmente ricco per quanto riguarda la musica vocale. Le fonti letterarie più amate dal compositore erano di matrice simbolista. Forse quella poesia era la più affine alla sensibilità di Fauré, la cui espressione si è sempre orientata verso un rapporto complementare tra testo e musica, in cui la musica esplora e amplifica il significato della parola, ad espanderne all’infinito le possibilità di lettura senza mai alterarne la natura implicita, intimista e spirituale.

Ludovica Gelpi


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