Dicono di noi
Al Carlo Felice Serva padrona e Trouble in Tahiti di Bernstein. Ottima la regia di Micheletti. Incantevoli le scene. Molti giovani in platea
Ideazione e conduzione del dittico La serva padrona e Trouble in Tahiti di Bernstein fanno lievitare al meglio queste due azioni in musica, molto applaudite per la squisita fattura e il prezioso esito. Se il il teatro deve far pensare, a sorpresa, due operine che si crederebbero leggere, distanti tre secoli che in scena paiono millenni, suscitano molte e varie riflessioni.
Su tutto, funziona la regia intelligente di Luca Micheletti, con scene e costumi incantevoli di Leila Fteita. (…)
Al Carlo Felice Serva padrona e Trouble in Tahiti di Bernstein. Ottima la regia di Micheletti. Incantevoli le scene. Molti giovani in platea
Ideazione e conduzione del dittico La serva padrona e Trouble in Tahiti di Bernstein fanno lievitare al meglio queste due azioni in musica, molto applaudite per la squisita fattura e il prezioso esito. Se il il teatro deve far pensare, a sorpresa, due operine che si crederebbero leggere, distanti tre secoli che in scena paiono millenni, suscitano molte e varie riflessioni.
Su tutto, funziona la regia intelligente di Luca Micheletti, con scene e costumi incantevoli di Leila Fteita. (…)
Una Vedova allegra déco e fiabesca. Grande successo al Teatro Carlo Felice di Genova per l’allestimento del capolavoro di Franz Lehar firmato dal regista, attore e baritono bresciano Luca Micheletti (…). Ha spogliato l’operetta di quegli orpelli che certa tradizione le aveva aggiunto, riconducendo il tutto a una sobrietà espressiva davvero incisiva che non ha sacrificato l’ironia ma l’ha invece ulteriormente valorizzata. Ottimo poi il lavoro fatto sugli interpreti, pregevoli sia sul fronte vocale che su quello attoriale.
Una Vedova allegra déco e fiabesca. Grande successo al Teatro Carlo Felice di Genova per l’allestimento del capolavoro di Franz Lehar firmato dal regista, attore e baritono bresciano Luca Micheletti (…). Ha spogliato l’operetta di quegli orpelli che certa tradizione le aveva aggiunto, riconducendo il tutto a una sobrietà espressiva davvero incisiva che non ha sacrificato l’ironia ma l’ha invece ulteriormente valorizzata. Ottimo poi il lavoro fatto sugli interpreti, pregevoli sia sul fronte vocale che su quello attoriale.
Il Teatro è pieno e il pubblico è visibilmente soddisfatto d’avervi trascorso la serata.
Il Teatro è pieno e il pubblico è visibilmente soddisfatto d’avervi trascorso la serata.
Platea affollata, applausi a scena aperta, ovazioni finali. Ieri sera al Carlo Felice il pubblico si è riconciliato con il suo Teatro decretando un meritato successo all’ultimo titolo di questo sventurato 2021.
Il Teatro aveva optato per uno spettacolo all’insegna della leggerezza e “La vedova allegra” di Lehar è risultata una scelta vincente. Non solo per la sua indiscutibile bellezza, ma anche per un allestimento lodevole sotto tutti i punti di vista.
Platea affollata, applausi a scena aperta, ovazioni finali. Ieri sera al Carlo Felice il pubblico si è riconciliato con il suo Teatro decretando un meritato successo all’ultimo titolo di questo sventurato 2021.
Il Teatro aveva optato per uno spettacolo all’insegna della leggerezza e “La vedova allegra” di Lehar è risultata una scelta vincente. Non solo per la sua indiscutibile bellezza, ma anche per un allestimento lodevole sotto tutti i punti di vista.
Il Teatro Carlo Felice di Genova presenta una stagione 2022 di tutto rispetto e conclude quella autunnale salutando l’anno come meglio non si potrebbe immaginare, affidandosi a quello che lo stesso regista dello spettacolo, Luca Micheletti, definisce “un sistema teatrale a sé stante, scintillante, autoironico e appena venato d’una sublime malinconia”. Si mette in scena, infatti, la più celebre di tutte le operette, La vedova allegra di Franz Lehár, in un nuovo allestimento che prevede anche una rinnovata traduzione italiana e l’adattamento drammaturgico di Luca Micheletti stesso e la versione ritmica in collaborazione con Elisa Balbo: baritono, interprete della parte di Danilo e regista lui, soprano e protagonista nei panni di Hanna Glawari lei, insieme sul palcoscenico, come lo sono nella vita privata, per dar vita a una messa in scena scoppiettante, dinamica e allegra, dai ritmi teatrali mai scontati e prevedibili. Nel firmarla, con scene e costumi di Leila Fteita e coreografie di Fabrizio Angelini, Micheletti non dimentica di essere attore oltre che cantante e costruisce un percorso teatrale nel segno della gioia di vivere ma anche del gusto, del sano divertimento che scatena uno spettacolo apparentemente semplice nella struttura eppure di grande effetto.
Il Teatro Carlo Felice di Genova presenta una stagione 2022 di tutto rispetto e conclude quella autunnale salutando l’anno come meglio non si potrebbe immaginare, affidandosi a quello che lo stesso regista dello spettacolo, Luca Micheletti, definisce “un sistema teatrale a sé stante, scintillante, autoironico e appena venato d’una sublime malinconia”. Si mette in scena, infatti, la più celebre di tutte le operette, La vedova allegra di Franz Lehár, in un nuovo allestimento che prevede anche una rinnovata traduzione italiana e l’adattamento drammaturgico di Luca Micheletti stesso e la versione ritmica in collaborazione con Elisa Balbo: baritono, interprete della parte di Danilo e regista lui, soprano e protagonista nei panni di Hanna Glawari lei, insieme sul palcoscenico, come lo sono nella vita privata, per dar vita a una messa in scena scoppiettante, dinamica e allegra, dai ritmi teatrali mai scontati e prevedibili. Nel firmarla, con scene e costumi di Leila Fteita e coreografie di Fabrizio Angelini, Micheletti non dimentica di essere attore oltre che cantante e costruisce un percorso teatrale nel segno della gioia di vivere ma anche del gusto, del sano divertimento che scatena uno spettacolo apparentemente semplice nella struttura eppure di grande effetto.
La vedova allegra, in nuova versione a Genova
Il 30-31-1-2-5 al Teatro Carlo Felice la celebre “Vedova allegra”, di Franz Lehár. Sarà interessante ascoltarne la nuova traduzione italiana di Luca Micheletti e la versione ritmica realizzata in collaborazione con Elisa Balbo. Micheletti ne cura anche l’adattamento drammaturgico e la regia; e interpreta il personaggio di Danilo, protagonista dell’operetta assieme a Elisa Balbo, nel ruolo del titolo. Commenta Micheletti: ”La mia sarà perciò una “Vedova allegra” attenta allo spirito profondo che ha mosso i suoi primi creatori. D’altra parte, un approccio “filologico” credo sia adeguato solo fino a un certo punto, di fronte ad una tale quantità di varianti, avallate dallo stesso Lehár e fin dal principio (in particolare sui dialoghi parlati, che qui ho tradotto e adattato liberamente incrociando diverse soluzioni drammaturgiche). Sulla tradizionale versione italiana delle parti musicali, poi, si erano accumulate e stratificate nel tempo molte inesattezze e incongruenze. Nella versione ritmica delle parti cantate conserviamo alcune traduzioni celebri di numeri ormai entrati nell’inconscio collettivo (da “tace il labbro” a “è scabroso le donne studiar…”), ma ritraduciamo ex novo tutto il resto, ricostruendo nella nostra lingua il sistema metrico e ritmico dell’originale, restaurando spesso anche il testo musicale corrottosi nel tempo con l’adattarvi parole forzate”.
La vedova allegra, in nuova versione a Genova
Il 30-31-1-2-5 al Teatro Carlo Felice la celebre “Vedova allegra”, di Franz Lehár. Sarà interessante ascoltarne la nuova traduzione italiana di Luca Micheletti e la versione ritmica realizzata in collaborazione con Elisa Balbo. Micheletti ne cura anche l’adattamento drammaturgico e la regia; e interpreta il personaggio di Danilo, protagonista dell’operetta assieme a Elisa Balbo, nel ruolo del titolo. Commenta Micheletti: ”La mia sarà perciò una “Vedova allegra” attenta allo spirito profondo che ha mosso i suoi primi creatori. D’altra parte, un approccio “filologico” credo sia adeguato solo fino a un certo punto, di fronte ad una tale quantità di varianti, avallate dallo stesso Lehár e fin dal principio (in particolare sui dialoghi parlati, che qui ho tradotto e adattato liberamente incrociando diverse soluzioni drammaturgiche). Sulla tradizionale versione italiana delle parti musicali, poi, si erano accumulate e stratificate nel tempo molte inesattezze e incongruenze. Nella versione ritmica delle parti cantate conserviamo alcune traduzioni celebri di numeri ormai entrati nell’inconscio collettivo (da “tace il labbro” a “è scabroso le donne studiar…”), ma ritraduciamo ex novo tutto il resto, ricostruendo nella nostra lingua il sistema metrico e ritmico dell’originale, restaurando spesso anche il testo musicale corrottosi nel tempo con l’adattarvi parole forzate”.
“Conosceva bene le pieghe nascoste della sensualità e anche dell’umana malvagità, il compositore Alessandro Stradella, dalla vita avventurosa, assassinato a Genova in piazza dei Banchi, forse dai sicari di un marito tradito. Il Teatro Carlo Felice ricorda questo geniaccio dai tratti misteriosi, genovese adottivo, con una delle sue creazioni più fascinose, l’oratorio San Giovanni Battista, scritto per l’Anno Santo 1675, che alterna atmosfere di cupa colpa, impennate di virtuosismo, e pagine di vera commozione (…).”
“Conosceva bene le pieghe nascoste della sensualità e anche dell’umana malvagità, il compositore Alessandro Stradella, dalla vita avventurosa, assassinato a Genova in piazza dei Banchi, forse dai sicari di un marito tradito. Il Teatro Carlo Felice ricorda questo geniaccio dai tratti misteriosi, genovese adottivo, con una delle sue creazioni più fascinose, l’oratorio San Giovanni Battista, scritto per l’Anno Santo 1675, che alterna atmosfere di cupa colpa, impennate di virtuosismo, e pagine di vera commozione (…).”
Tra il Meglio del 2021 visto da #OperaClick, l’Oratorio di San Giovanni Battista di Alessandro Stradella eseguito il 7 dicembre 2021 al Teatro Carlo Felice. In scena Orchestra del Teatro Carlo Felice in collaborazione con l’Ensemble Mare Nostrum, maestro concertatore e direttore Andrea De Carlo, solisti Danilo Pastore, Topi Lehtipuu, Dorota Szczepańska, Silvia Frigato, Masashi Tomosugi
Tra il Meglio del 2021 visto da #OperaClick, l’Oratorio di San Giovanni Battista di Alessandro Stradella eseguito il 7 dicembre 2021 al Teatro Carlo Felice. In scena Orchestra del Teatro Carlo Felice in collaborazione con l’Ensemble Mare Nostrum, maestro concertatore e direttore Andrea De Carlo, solisti Danilo Pastore, Topi Lehtipuu, Dorota Szczepańska, Silvia Frigato, Masashi Tomosugi